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Alle Olimpiadi in Brasile una medaglia speciale per l’Italia l’ha conquistata anche Massimo Bottura, lo chef italiano n. 1 al mondo che, dopo tanta attesa, ha aperto “Refettorio Gastromotiva”, nelle favelas di Rio de Janeiro, dove rimarrà in eredità

Non Solo Vino
Dopo tanta attesa, ha aperto il “Refettorio Gastromotiva”, nelle favelas di Rio de Janeiro dove rimarrà in eredità, by Massimo Bottura

Alle Olimpiadi in Brasile, una medaglia speciale per l’Italia l’ha conquistata anche Massimo Bottura. Lo avevamo lasciato in partenza dall’Italia per Rio de Janeiro, al ritmo di samba (http://bit.ly/2aIfCYu), e oggi, dopo tanta attesa e aver fatto parlare di sé e di un’Italia impegnata concretamente nella solidarietà e nella lotta contro lo spreco di cibo anche oltreconfine, il progetto ideato per i Giochi Olimpici dallo chef italiano n. 1 al mondo, ha finalmente aperto i battenti a Rio de Janeiro. E aperti vi resteranno anche negli anni a venire, come patrimonio lasciato in eredità alla città carioca: il tristellato chef dell’Osteria Francescana di Modena ha inaugurato il “Refettorio Gastromotiva”, la mensa nelle favelas di Rio, quartiere Lapa, dove il cibo recuperato dal Villaggio Olimpico sarà trasformato in pasti per i bisognosi da chef chiamati a raccolta da tutto il mondo: il primo, domani, sarà Davide Oldani, lo chef di Casa Italia, “tifoso” del progetto di Bottura, e dopo di lui, si alterneranno ai fornelli chef del calibro di Alain Ducasse e Claude Troisgros, Albert Adria e Andoni Aduriz, Virgilio Martinez e Rodolfo Guzman, Mitsuaru Tsumura e Mauro Colagreco, Helena Rizzo e Joan Roca, Alex Atala, Felipe Bronze, Roberta Sudbrack e Rafa Costa e Silva, insieme ai giovani cuochi brasiliani formati dai corsi di Gastromotiva.
Dopo il Refettorio di Milano ho ricevuto un messaggio da David che mi diceva: abbiamo bisogno di un Refettorio a Rio: gli ho risposto subito facciamolo. È un progetto culturale - racconta Bottura a “Corriere.it” - per dare l’esempio e far vedere cosa possono fare i grandi cuochi, gli artisti, gli architetti, tutti insieme: l’idea è la cultura che genera conoscenza. Costruito in soli 55 giorni, è un luogo dove venire a mangiare con 5 euro, che si autofinanzia e fa vivere e sopravvivere”. Perché funziona come ristorante e scuola di cucina aperti al pubblico, secondo il concetto “pagare a mezzogiorno per donare una cena la sera” ad una persona bisognosa.

Un’idea, nata sulla stessa linea d’onda del Refettorio Ambrosiano aperto a Milano per l’Expo 2015 insieme al regista Davide Rampello e alla Caritas, frutto della creatività di Bottura, la stessa con la quale ha scalato il tetto del mondo (e che lo ispirerà anche nel ruolo di ambasciatore della candidatura di Roma 2024 con “investitura” del Coni, ndr), e della sua organizzazione no profit Food for Soul, che promuove soluzioni contro lo spreco di cibo e la fame nel mondo, insieme a David Hertz, chef e fondatore di un’altra importante fondazione no profit, Gastromotiva, e alla giornalista Ale Forbes, con la previsione, a fine Giochi, di servire 19.000 pasti ricavati da 12 tonnellate di cibo (per arrivare in 2-3 anni a 110.000 pasti e 48 tonnellate, coinvolgendo nel progetto anche più di 1.000 studenti e 36.000 bambini delle favelas attraverso l’educazione alimentare) recuperato dal Villaggio Olimpico e trasformato in pasti per i bisognosi da oltre 45 chef di tutto il mondo invitati a partecipare al progetto.


Realizzato da Metro Architettura, in collaborazione con l’artista brasiliano Vik Muniz (sua l’“Ultima Cena” ispirata al Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano), i designer Campana e Maneco Quinderé, il Refettorio è un’iniziativa privata (appoggiata da diversi partner, sponsor e sostenitori internazionali, sia economici che tecnici, dalle Cantine Ferrari, il brindisi ufficiale dell’Italia alle Olimpiadi, a Coca-Cola, dalla Fondation d’Entreprise Carrefour al Pastificio Di Martino, da Monograno Felicetti a S. Pellegrino, da Carpigiani a Spigelau, solo per citarne alcuni) sposata dalle istituzioni dei due Paesi, dal Premier Matteo Renzi per l’Italia che lo ha visitato in anteprima nella sua visita ufficiale, al Comune di Rio per il Brasile che ha donato gratuitamente lo spazio per 10 anni, che resterà in eredità alla città, oltre che dallo stesso Comitato Olimpico.

Una goccia nell’oceano dello spreco in Brasile, che potrebbe sfamare qualcosa come 25 milioni di persone e dove oltre 7 milioni di abitanti non hanno accesso al cibo, ma un’azione concreta in una lotta che non ha confini nel mondo, dove un terzo del cibo prodotto viene sprecato e la Fao stima 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono gettate ogni anno per un valore complessivo di 750 miliardi di euro, 12 miliardi solo in Italia, mentre 795 milioni di persone soffrono la fame. E che è solo all’inizio, visto che, nei progetti di Bottura c’è già l’apertura di un nuovo Refettorio, nel Bronx a New York - insieme all’attore Robert De Niro - in un format potenzialmente esportabile ovunque nel mondo.

Info:
www.refettoriogastromotiva.org

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