Prima o poi l’incontro tra la tecnologia ed il cibo doveva arrivare ad un livello ben più alto di robot da cucina e forni miracolosi: a Londra è arrivato il primo ristorante in cui tutto, dalle posate ai bicchieri, dai piatti ai tavoli, fino, ovviamente, al cibo, è fatto con le stampanti 3D. Si chiama “FoodInk” (www.foodink.io), è stato aperto appena per tre giorni e, nei prossimi mesi, arriverà anche a Roma (ad ottobre) e a Torino. Il menu, un incontro tra ingredienti classici e cucina molecolare in nove portate, è una creazione degli chef Joel Castanye e Mateu Blanche degli stellati La Boscana e elBulli, ed è stato servito ad una platea di 10 fortunati gourmet (per una cifra di 264), che hanno così assistito in diretta ad un vero e proprio evento, al “Dray Walk” di Storeditch, nel cuore creativo di Londra.
Mai come in questa occasione, però, il merito va diviso tra gli chef e le macchine, stampanti portatili 3D della byFlow, caricate non con la resina ma con ingredienti freschi: dalle verdure ai grassi, dalle farine alle carni, i piati, di forme difficilmente riproducibili da un essere umano, sono realizzati mescolando ingredienti allo stato cremoso e prodotti a mousse, mischiando poi ad essi elementi tipici della pasticceria, come l’Agar Agar, una sorta di colla di pesce vegetale indispensabile in questo caso per dare corpo e solidità al cibo stampato.
Il piano della “FoodInk”, che per ora si limita a proporre il proprio format innovativo in pop up restaurant solo per pochi giorni, è decisamente ambizioso, e mira a conquistare le più importanti città del mondo, da Berlino a Dubai, da Seoul a New York, senza dimenticare, come detto, le italiane Roma e Torino.
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