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Non c’è pace per il settore lattiero caseario: dall’Italia alla Francia, nel mirino degli allevatori finisce Lactalis, proprietaria di Parmalat, Galbani ed Invernizzi, accusata di pagare il latte appena 25,596 centesimi di euro al litro

Non c’è pace per il settore lattiero caseario, perennemente alle prese con un sistema che non sembra in grado di trovare un equilibrio capace di generare reddito per tutta la filiera. E non è certo un problema italiano, perché l’ultima protesta arriva dalla Francia, ma riguarda anche gli allevatori del Belpaese. Nel mirino, infatti, c’è di nuovo Lactalis, la multinazionale fondata nel 1933 dalla famiglia Besnier, che in Italia controlla brand storici come Parmalat, Galbani ed Invernizzi, che acquista il 20% di tutto il latte francese ed il 10% di quello italiano, pagandolo, però, molto meno della media: 25,596 centesimi di euro al litro, anche meno di un’altra multinazionale come Danone, a quota 27,183 centesimi al litro. Le cose non vanno meglio in Italia, dove, dopo un periodo di pace, seguito all’accordo sui 30 centesimi al litro, 4 in più della media europea, si è tornati a livelli che non garantiscono la sopravvivenza delle stalle.

Il livello di tensione, Oltralpe, non è stato mai così alto, perché mettersi contro un big del genere non è facile, e la protesta sta raggiungendo vette mai toccate, come il blitz degli agricoltori nei supermercati, con cui hanno formaggi e bottiglie di latte con post-it con cu scritto “Questo prodotto crea disoccupazione”, oltre a sit in davanti agli stabilimenti di Lactalis di tutto il Paese e cartelli di ogni genere nei campi di Francia. Per Coldiretti è “il peggior pagatore d’Italia che, oltretutto, lamenta costi di produzione troppo alti a causa di energia, costo del lavoro e complicazioni burocratiche”, ma ciò che lascia perplessi, se non sbigottiti, Oltralpe, è la totale assenza di trasparenza da parte dell’azienda, che non è quotata in borsa e che non pubblica i propri conti, nutrendo ogni genere di dubbio su profitti e costi di produzione.

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