La patria del Boccaccio, nel nome dell’arte del buon vivere secondo uno dei padri della lingua italiana, premia uno chef che quell’arte ha saputo tradurre nei suoi piatti, “padre” della cucina italiana moderna: Gualtiero Marchesi, al quale va il Premio Speciale di “Boccaccesca” (Certaldo, 7-9 ottobre), edizione n. 18 della kermesse dedicata all’arte del buon vivere nel nome del Boccaccio, sullo sfondo della città che ha dato i natali al grande poeta.
Il tema? Con uno spirito tutto toscano, perfettamente in linea con la poetica di Boccaccio, in un periodo di prolungata crisi in cui si avverte il bisogno di credere in qualcosa di migliore, la proposta dell’evento è quella di andare a riscoprire la speranza e la voglia di godersi la vita, a partire dall’enogastronomia. Con un viaggio negli anni Sessanta e Settanta, quando cambia la cultura enogastronomica, modeste trattorie si trasformano in ristoranti di qualità, aumenta la sensibilità verso la valorizzazione del prodotto tipico territoriale e il vino assume un’importanza che fino ad allora non aveva mai avuto, al punto che le aziende familiari diventano capisaldi della storia vitivinicola italiana nel mondo. Una rivoluzione che ha visto Marchesi tra i suoi artefici.
Info: www.boccaccesca.it
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