“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”: la citazione è del medico più famoso della storia, Ippocrate, ma è quanto mai attuale, a patto di saper fare le scelte giuste, perché il cibo non è tutto uguale, e gli stili alimentari non sono tutti sani, tutt’altro. È il presupposto del convegno “Il nostro cibo quotidiano: veleno o malattia?”, al Teatro Carignano di Torino nella cornice di “Terra Madre Salone del Gusto” (fino a domani, www.salonedelgusto.it), con il dottor Franco Berrino, medico e luminare della ricerca oncologica, e Kathy Sykes, esperta americana nello sviluppo di politiche per la sensibilità ambientale.
Affinché il cibo si riveli una medicina, e non un veleno, è fondamentale vivere in una società sana, perché “la prevenzione - spiega Kathy Sykes - inizia dall’ambiente che ci circonda: è necessario che le comunità in cui viviamo garantiscano la massima accessibilità a piedi per tutti, perché l’attività fisica previene numerose malattie, e previene l’obesità, dettata sì da cattive abitudini alimentari, ma anche da scarsità di prodotti freschi, a partire da frutta e verdura. Rachel Carson, una grande scrittrice e grande biologa, nel 1962 scriveva che la via al benessere passa per le piccole cose, e raccontava il cambiamento dell’America di allora che stava perdendo le sue radici agricole ed il contatto con la natura. Ecco - continua la Sykes - à da quel momento che è iniziato quello che chiamo “deserto alimentare”, ossia la difficoltà di trovare cibi salubri in zone emarginate, siano esse urbane o rurali, con l’aggravante che dove non c’è possibilità di trovare cibo sano viene meno anche la tendenza a cercarlo, e questo non fa che aumentare esponenzialmente i problemi di salute, a partire da quelli cardiaci: dobbiamo ridurre questa disparità”.
Che ci sia una stretta relazione tra ciò che si mangia e la nostra salute lo sostiene da tempo uno dei massimi esperti del settore, il dottor Franco Berrino, che ha dato, tra l’altro, un contributo fondamentale alla stesura del Codice Europeo Contro il Cancro, almeno per quanto riguarda gli aspetti legati al cibo. “Gli studi sul rapporto tra cibo e salute, e nello specifico tra cibo e cancro, hanno subito un’accelerazione negli anni 2000 - racconta dal palco il dottor Berrino - quando, invece che analizzare le singole voci, abbiamo cambiato il focus delle nostre ricerche sulle abitudini alimentari in termini di stili. Così, ad esempio, è emerso un rapporto diretto tra l’indice Mediterraneo e la possibilità di ammalarsi di tumore al colon retto: più le nostre abitudini si basano sui principi della dieta Mediterranea, minore è la possibilità di ammalarsi. E ancora più importante è il pattern metabolico, che ci spiega la relazione tra sindrome metabolica (e quindi una serie di situazioni patologiche come obesità, ipercolesterolemia ed altro) e malattie croniche, ma anche rischio di ammalarsi di cancro”.
Conclusioni che hanno ispirato anche il contributo al Codice Europeo Contro il Cancro, da cui emergono aspetti “che spesso vengono banalizzati, specie dai media, che non si occupano mai di un argomento tanto importante. È vero - continua Berrino - non c’è nulla di incredibilmente nuovo, eppure continuiamo a consumare più del dovuto, a seguire diete squilibrate ed inutili, quando non dovremmo fare altro che prediligere cereali, legumi, verdura e frutta, limitare i cibi ipercalorici che contengono zuccheri e grassi, evitare bevande zuccherate, evitare carni conservate, limitare le carni rosse, limitare i cibi ricchi di sale, limitare il consumo di alcolici, praticare esercizio fisico e mantenere un peso corporeo sano”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024