C’è chi come Pallavi, dall’India, lavora per diffondere l’alleanza tra cuochi e contadini nel suo Paese, chi come Luca si occupa di marketing per aziende come Barilla in Asia, chi come Matilda, sta costruendo una rete dei migliori cuochi della Polonia, o chi, come Pan, dalla Thailandia, organizza viaggi di studio legati al cibo. In comune hanno quello di essere tutti “gastronomi”, che si sono formati all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. E che, a “Terra Madre”, hanno stimolato la riflessione su cosa sia la figura del gastronomo, dai più intesa come un appassionato e goloso di cibi pregiati. Ma in realtà, “nella nostra visione, il gastronomo è colui che crea connessioni intorno al cibo con tutto il sistema agroalimentare e non solo”, spiega a WineNews Figueroa Aaron Gomez, food consultant per diverse realtà ed ex studente di Pollenzo (http://itsnotjustaboutfood.com).
“Non è una figura solo legata al buon cibo, come i gourmet. Il gastronomo studiare la disciplina “gastronomia”, dal punto di vista economico, storico, antropologico, di comunicazione, dell’agricoltura... e noi gastronomi creiamo connessioni tra tutti questi settori. Ma è una figura che sperimenta nuove soluzioni ed idee per prodotti sostenibili, e anche per raccontarli e comunicarli”. Il cibo, per un gastronomo, spiega Gomez, “non è un prodotto individuale, che vive per se stesso. È sempre legato al territorio, che, a sua volta è legato ad una certa biodiversità, ad una socialità e così via, e per questo non è possibile parlare di un prodotto senza prendere in considerazione tutti gli altri fattori. In qualche modo, si potrebbe dire che il gastronomo è un innovatore, uno stratega di tutto quello che ruota intorno al cibo de all’agricoltura”.
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