C’era grande attesa, nel mondo della finanza e dell’economia, per l’apertura del testamento di Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga scomparso pochi giorni fa. Per la ripartizione delle azioni della holding Supermarkets Italiani, infatti, passa il futuro della più grande catena non cooperativa della distribuzione italiana, che Caprotti, in sella dal 1957, avrebbe voluto vendere. Il momento è arrivato ieri sera, ed è stata per tutti una sorpresa: ancora in vita Bernardo Caprotti ha donato il 70% delle azioni della holding alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina, “in via tra loro congiunta”, come si legge in un comunicato stampa. Ai due figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, invece, il 15% ciascuno.
Prende corpo, così, la nuova Esselunga, che nel primo Cda ha nominato presidente Piergaetano Marchetti, figura super partes e di garanzia tra le due famiglie, che ha, per prima cosa, comunicato lo stop della procedura di vendita della catena della gdo, con una nota in cui si dice che “in considerazione della scomparsa del dottor Bernardo Caprotti, di non dar corso, allo stato, ad operazioni relative alla controllata Esselunga”.
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