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Nasce l’“Associazione italiana Ambasciatori del Gusto”, 90 chef con Cristina Bowerman presidente e il fondatore Slow Food Carlo Petrini presidente onorario, investiti oggi dal Ministro Martina a Roma ambasciatori del nostro patrimonio enogastronomico

Valorizzare il patrimonio culturale, enogastronomico e agroalimentare italiano nel mondo. Con questo obiettivo nasce l’“Associazione italiana Ambasciatori del Gusto”, oggi riunita per il battesimo ufficiale al Ministero delle Politiche Agricole con il Ministro Maurizio Martina, a Roma, e con la chef Cristina Bowerman presidente e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini presidente onorario. Un’idea nata a giugno, e in poco tempo sono stati 90 gli chef che hanno aderito al ruolo di “ambasciatore del patrimonio enogastronomico italiano nel mondo” in rappresentanza di 15 Regioni italiane (fino al 31 dicembre è possibile entrare a far parte dell’Associazione come socio fondatore).
L’investitura di oggi anticipa la presentazione, il 26 ottobre, de “La Settimana della cucina italiana” n. 1 - oltre 1.000 eventi dal 21 al 27 novembre in 130 Paesi, ovunque l’Italia abbia una sede diplomatica, in sinergia tra i Ministeri degli Affari Esteri, delle Politiche Agricole, dell’Istruzione e dello Sviluppo Economico - e che si inserisce nel “Food Act”, il patto tra Istituzioni e mondo della cucina italiana di qualità, rappresentata dai più importanti chef del nostro Paese, nel piano di internazionalizzazione del Governo che prevede 70 milioni di euro solo per il settore agroalimentare, e che ha già visto il lancio del segno unico distintivo “The extraordinary Italian taste”.

La cucina “è linguaggio in movimento - ha detto Carlo Petrini - il mio appello è di far sentire “italiani” anche gli stranieri che hanno frequentato le nostre cucine. Dobbiamo essere alleati anche di chi ha una pelle di altro colore o di chi ha occhi a mandorla”. Dal lancio del Food Act all’Expo 2015 Milano, ha ricordato chef Bowerman, “che ha richiamato gli chef ad un’ambiziosa missione: divulgare in Italia e nel mondo l’identità del nostro Paese. Ora c’è la consapevolezza che, grazie alla cucina, si può valorizzare il Paese”.
Tanti gli chef di fama internazionale saliti sul palco al Ministero. Corrado Assenza ha riconosciuto l’importanza del momento, “questo è un luogo d’eccellenza che riunisce i migliori cuochi italiani”. Carlo Cracco si è appellato alla necessità “di fare squadra. Non bisogna tirare dentro le persone per fare numero, ma per remare nella stessa direzione”. Davide Oldani ha chiesto un impegno sulle scuole alberghiere, perché “l’insegnamento ai giovani è fondamentale, così come il connubio con sport-cucina che ho avuto modo di sperimentare alle Olimpiadi di Rio”. Il pizzaiolo Franco Pepe
ha raccontato, invece, la propria esperienza di Caiazzo, “nel Casertano, in una realtà difficile. Abbiamo iniziato in un vicolo di un paesino di 4.500 anime e nell’ultima estate abbiamo avuto 15.000 clienti al mese”.
Questa “è casa vostra - ha detto il ministro Martina agli chef - questa è una parte fondamentale dell’esperienza
agroalimentare e gastronomica del nostro Paese, che va sviluppata. Sono stati fatti già passi in avanti strepitosi negli ultimi anni, dall’individuo siamo arrivati al collettivo”. Viviamo un periodo di cambiamenti e di difficoltà nella tutela dei prodotti, per questo Martina chiede agli chef di “rappresentare al meglio l’Italia, con tutta la passione, l’estro e la fantasia in vostro possesso. Chi verrà dopo di me non dovrà ricominciare daccapo, questi percorsi positivi non sono figli di una sola persona”.

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