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“Per gli agricoltori d’Europa l’Unione Europea è fondamentale, una grande risorsa. A patto che cambi modo di pensare il settore”: così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi apre il “Global Food Forum 2016”

Per gli agricoltori d’Europa l’Unione Europea è fondamentale, può essere una grande risorsa, a patto che cambi modo di pensare il settore. Ecco, in estrema sintesi, il messaggio con cui il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha aperto il “Global Food Forum 2016”, oggi e domani a Cascina Erbatici, in provincia di Pavia, dove oltre 200 rappresentanti di Istituzioni europee e nazionali, Amministrazioni, Organizzazioni agricole, Istituti creditizi e assicurativi, Società dell’agroalimentare ed esperti del settore provenienti da tutta Europa, sono riuniti con l’obiettivo di riflettere insieme sul futuro delle politiche agricole ed agroalimentari dell’Unione europea.
“Il Global Food Forum, in questo senso, rappresenta un luogo di positività, un luogo che unisce, nella convinzione che l’Europa possa essere più forte in un mondo multipolare”, ha detto Guidi. Che però ha aggiunto, anche in veste di presidente del Forum: “l’Europa dimostra oggi di avere perso il contatto con gli agricoltori e di aver trascurato la dimensione economica del settore agricolo. Se l’Ue vuole realmente capire ed interpretare le sue continue evoluzioni, deve investire tempo e saper ascoltare. È necessario staccarsi dall’approccio solo “budgetario” della Pac, per il quale la priorità consiste nel decidere dove e come tagliare le risorse, che blocca il dibattito e congela qualsiasi velleità di cambiamento. È arrivato il momento per l’Unione europea di riscoprire la sua agricoltura, le sue imprese agricole e di costruire una vera ed efficace strategia economica. Facendo questo sono sicuro che recupereremo la fiducia, riguadagneremo l’ottimismo e costruiremo le basi per la crescita futura”.

Che passa per una nuova generazione di agricoltori che sta arrivando. “Una generazione di agricoltori intelligenti, multifunzionali, imprenditori a tutto tondo. Potremmo definirli imprenditori agricoli globali”, dice Guidi. Imprenditori che, dall’Europa, non avranno bisogno di “politiche agricole di 20, 30 o 40 anni fa. Non deve dipendere dalle amministrazioni la fissazione dei prezzi. Ci sarà invece l’assoluto bisogno di rivedere le regole all’interno della catena alimentare, nell’interesse comune dei vari attori della filiera. Di trovare meccanismi efficaci per affrontare instabilità di mercato e i rischi climatici, privilegiando quelle opzioni che mettano gli agricoltori al centro del processo decisionale, con il sostegno dell’Unione Europea e non viceversa”.

“L’incertezza - ha proseguito Guidi - annichilisce e blocca gli investimenti. E la mancanza di investimenti nel settore primario mina l’intera catena alimentare dell’Ue. Non possiamo prescindere da aziende agricole che siano in grado di recuperare velocemente dopo una crisi, sia essa di mercato, ambientale o sanitaria”.

E poi, ovviamente, come in tutti i settori, ma ancor più in quello agricolo che vive di tempi lunghi per definizione, serve chiarezza, certezza e fiducia in termini di legislazione, regole e standard.
“Abbiamo raggiunto il limite massimo di quanto risulta accettabile - ha commentato Guidi - dobbiamo resettare il sistema e ricostruire fiducia, fissando gli obiettivi, ma non i dettagli. Abbiamo bisogno di un greening più intelligente e di regolamentazione intelligente. Smart farming è la nuova realtà, che ha ancora un enorme potenziale da esprimere e sono convinto che la riconciliazione tra sostenibilità economica ed ambientale sia assolutamente fattibile, di pari passo con una coerente semplificazione legislativa”.

Ed infine, l’imprenditore agricolo vuole poter giocare con regole uguali sul terreno del mercato interno, l’asset più importante per tutti gli europei, siano essi aziende dell’agroalimentare o cittadini, da sempre fonte di crescita ed occupazione.

“Il mercato interno è minacciato - ha spiegato Mario Guidi - e non a causa di Brexit, ma perchè l’Unione europea non assume la leadership necessaria per costruire un approccio coerente ed efficace sulle politiche di nutrizione ed etichettatura. Perché lascia la facoltà agli Stati membri di sviluppare standard paralleli, andando a minare gli approcci comuni, anche in materia ambientale. Ora più che mai - ha concluso il presidente di Confagricoltura - abbiamo bisogno di un’Unione europea dinamica e completamente funzionale, sotto la leadership dell’Unione stessa”.

Questo il messaggio di apertura del Forum che tra i partecipanti prevede la presenza dei Ministri per le Politiche agricole Maurizio Martina e per l’Ambiente Gian Luca Galletti, del presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo Giovanni La Via, del presidente della Commissione Bilancio del Parlamento Europeo Jean Arthuis, del direttore generale della Commissione Ue Jerzy Plewa, e degli europarlamentari Herbert Dorfmann e Lara Comi, il presidente di Fnsea Xavier Beulin.

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