Tra neologismi improbabili ed inglesismi di cui facciamo ormai un uso sin troppo massiccio, si rischiano di dimenticare l’importanza e la ricchezza della nostra lingua, l’italiano, capace ancora oggi di arricchire le lingue altrui, perché sono centinaia i termini per i quali non esiste una traduzione possibile, specie quando si parla di cibo, basti pensare a pizza, spaghetti, cappuccino, forse le parole italiane più conosciute al mondo. Ma tante altre sono diventate di uso comune negli ultimi anni, specie tra i marchi industriali, a partire, per rimanere in tema, dalla Nutella, che ha raggiunto una fama pari solo a quella della Vespa. Parola del linguista Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca, intervenuto sul tema “L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design” agli Stati generali della lingua italiana di scena a Firenze (www.accademiadellacrusca.it).
“L’italiano domina nel mondo della moda, del design, come della musica, dell’arte, della cultura”, ha sottolineato il presidente della più antica accademia italiana incaricata di custodire la purezza dell’idioma di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. Del resto, nel mondo gli studenti di italiano sono sempre di più: 2,2 milioni in 116 Paesi. Numeri che il Ministero degli Esteri vorrebbe raddoppiare, anche con l’aiuto di un portale dedicato alla lingua italiana. Anche perché, l’italianità, anche solo nel nome, come ci insegna, dolorosamente, il triste fenomeno dell’italian sounding, attrae i consumatori, disposti a spendere, per un prodotto dal nome italiano, anche il 9% in più.
“Ci sono parole italiane internazionalizzate che hanno suscitato grande interesse e che hanno cambiato anche un po’ di significato ma che poi sono ritornate a noi in maniera simile - osserva Marazzini - penso ad esempio a “design” con il significato di disegno tecnico per oggetti. Ci sono poi marchi industriali, inventati in Italia, che hanno conquistato il mondo grazie a un suono proprio italiano: è il caso, ad esempio, di Vespa o Nutella”. Ma com’è oggi lo stato della lingua italiana nel mondo? “Lo stato di una lingua non si misura sul numero delle parole che circolano, ma sull’interesse e sull’amore che una lingua sa suscitare - conclude il presidente dell’Accademia della Crusca - È la qualità dei prestiti lessicali che ha un suo valore specifico: sotto questo profilo l’italiano gode di buona salute e di prestigio”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024