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“Agata e Romeo”, uno dei ristoranti di riferimento della tradizione romana, da 40 anni ad altissimi livelli, chiude i battenti e vende: sarà un ristorante cinese. La parabola che racconta il più multietnico dei quartieri di Roma, l’Esquilino

“Agata e Romeo”, uno dei ristoranti di riferimento della tradizione culinaria romana, declinata da più di 40 anni ad altissimi livelli, tanto da guadagnarsi quasi sempre il vertice delle guide più importanti del settore, compresa la stella Michelin, conquistata nel 1999 e persa solo nel 2015, chiude i battenti, diventerà un ristorante cinese. A prima vista, può sembrare una storia come tante, ma non è così. Innanzitutto, “Agata e Romeo” non è un posto come gli altri: qui mangiava abitualmente l’ex Presidente della Repubblica Cossiga, ma ha accolto anche l’ex Presidente Usa Bill Clinton, con la moglie Hillary, che potrebbe riportare presto i Clinton alla Casa Bianca, così come Bill Gates che, come racconta il patron Romeo Caraccio, che nel 1974 rilevò il ristorante con la moglie Agata Parisella, figlia del proprietario, a “Repubblica” (www.repubblica.it), “uscì senza pagare perché aveva dimenticato la carta di credito”. L’altra peculiarità è quella di essere “sopravvissuto” in un quartiere, l’Esquilino, che in questi anni è cambiato come nessun altro, diventando multietnico e poco “consono”, in un certo senso, all’alta ristorazione: “Agata e Romeo” non ha mai perso la propria identità, rimanendo sempre fedele a se stesso, pur con qualche difficoltà, perché cambiando sia l’offerta gastronomica che la clientela del quartiere, lo spazio per un locale di un livello tale si è, per forza di cose, ristretto.

La vendita, che risale appena a qualche giorno fa, “non c’entra con la crisi economica - continua Caraccio - ogni cosa ha il suo tempo e noi il nostro lo abbiamo fatto. Le malelingue diranno che non eravamo competitivi, ma non è così, mai avuto un segno meno sul fatturato, anche sabato scorso abbiamo avuto il pienone. Semplicemente, iniziamo a essere stanchi di questi ritmi e le nostre figlie hanno scelto altre strade, non intendono proseguire nella ristorazione. Pensiamo di fare altro, di aprire un agriturismo nella campagna di Benevento per riscoprire la terra e la campagna. Alla chiusura del ristorante hanno contribuito le motivazioni personali legate anche al modo in cui è cambiato questo quartiere”. Ecco perché la nuova proprietà parla cinese, in continuità con il cambiamento, perché “un nuovo ristorante italiano sarebbe stato senza futuro, la clientela e la frequentazione del quartiere sono cambiati, purtroppo in peggio”.

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