Tetto di 5.000 euro annui, perchè l’attività è considerata saltuaria, e di 500 coperti complessivi, transazioni consentite solo con carte di credito, bancomat e web, quindi tutto tracciabile e senza contanti, con la casa in cui si svolge il servizio che deve essere coperta da una assicurazione per la responsabilità civile contro terzi; inoltre, sarà obbligatoria la Scia (la dichiarazione di inizio attività), pena multe che possono andare da 2.500 a 15.000 euro, e nelle abitazioni in cui si farà ristorazione non sarà possibile esercitare altre “attività turistico-ricettive in forma non imprenditoriale” (è il caso di servizi come Airbnb) o “attività di locazione per periodi di durata inferiore a 30 giorni”, come succede nei bed & breakfast. Ecco i punti chiave del testo di legge che il Parlamento, alla Camera dei Deputati (dopo il via libera della Commissione Attività produttive) sta mettendo appunto per gli “Home Restaurant”, fenomeno mondiale e sempre più in voga in Italia che per alcuni rappresenta una possibilità integrativa di reddito, ma che molte imprese dalla ristorazione vedono come “concorrenza sleale” se non adeguatamente regolata. E che, secondo i dati del Centro Studi Turistici, in Italia nel 2014 ha messo insieme oltre 300.000 clienti.
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