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Made in Italy agroalimentare e promozione internazionale, la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori si “allea” con il Gambero Rosso. Il debutto nei giorni scorsi a Copenaghen in Danimarca, prossime tappe in Usa, a Los Angeles e Miami

La promozione nei Paesi esteri è fondamentale per il settore dell’agroalimentare italiano che vede nell’export una strada sempre più obbligata per crescere. E anche per questo sono sempre di più gli attori che si affacciano sulla scena degli eventi. Come la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che, con la partecipazione nella tappa del 20 gennaio a Copenaghen, ha inaugurato la sua nuova strategia di promozione che la vedrà tra i protagonisti di “Top Italian Food & Beverage Experience” e “Vini d’Italia Experience”, eventi di promozione internazionale organizzati dal Gambero Rosso (a Los Angeles ed a Miami, in Usa, le prossime tappe).
“L’Italia non ha mai messo in campo una strategia organica per aggredire i mercati stranieri - ha affermato il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino - con questo piano di promozione, il nostro impegno è quello di rafforzare e accompagnare le nostre aziende nella sfida dell’internazionalizzazione. L’obiettivo è quello di favorire la crescita e conquistare nuovi spazi all’estero, contrastando l’italian sounding”. D’altra parte, ricorda la Cia, “la domanda è forte e, quindi, occorre cavalcare la richiesta puntando ai mercati esteri. Gli stranieri amano il cibo italiano ma non conoscono il 95% dei nostri prodotti di nicchia e di qualità in grado di sbloccare un “potenziale” di almeno 70 miliardi di euro in export”. Praticamente il doppio di quanto l’Italia esporta oggi.
Di diversi settori, e di tutto il Belpaese, le aziende aderenti alla Cia che hanno partecipato all’evento del Gambero Rosso: la cantina del Prosecco Drusia, di Treviso, l’azienda agricola Fabio Girometta di Piacenza con il pomodoro trasformato, la Fattoria Biò di Mario Grillo di Cosenza con formaggio e salumi, Apofruit di Cesena, il panificio La Maggiore di Bari con il pane di Altamura Dop, e l’azienda Bio Vio di Albenga con l’origano.
“La partecipazione a questi eventi rientra nell’ampio progetto di internazionalizzazione delle aziende Cia, che la stessa organizzazione agricola ha realizzato per far conoscere al mercato straniero, alla stampa internazionale e agli opinion leader di settore, tutti selezionati dal Gambero Rosso, sempre più punto di riferimento unico di aziende e associazioni che hanno come obiettivo lo sviluppo e il superamento dei confini nazionali, il meraviglioso scrigno nascosto dei cibi tradizionali italiani”, spiega la Cia in una nota.
“Gambero Rosso è costantemente a fianco delle aziende italiane - ha dichiarato il presidente di Gambero Rosso, Paolo Cuccia - per la promozione del Made in Italy di qualità nei maggiori mercati internazionali. Siamo, quindi, lieti di collaborare a questo importante progetto strategico nato dalla sensibilità della Cia per sostenere lo sviluppo delle aziende associate sui mercati stranieri, sempre più indispensabili per la crescita dimensionale e per la redditività del settore agricolo e agroalimentare italiano. Grazie alle nostre guide, la Top Italian Food and Beverage Experience e Vini d’Italia tradotto in cinque lingue e, prossimamente, laTop Italian Restaurant Around the world, contribuiamo a fronteggiare il fenomeno dell’italian sounding, sostenendo le eccellenze del nostro Paese”.
Presente anche il Consorzio Nazionale Olivicoltori (Cno): “l’iniziativa di Copenaghen è stata l’occasione per presentare a un pubblico selezionato i migliori olii extravergine di oliva 100% italiano - ha detto il presidente Gennaro Sicolo - un tassello importante della strategia di lungo periodo del Consorzio per la valorizzazione, la tutela e l’internazionalizzazione delle nostre aziende. Si pensi che il consumo di olio di oliva in Italia si attesta su 11 chilogrammi pro capite all’anno; mentre i danesi ne consumano meno di 1 chilogrammo. Quindi, c’è un grande lavoro ancora da fare. Da qui il nostro sforzo intenso e determinato per aprire nuovi sbocchi in contesti che già dimostrano un interesse verso il consumo di qualità”.

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