Il caos sull’Ocm promozione non accenna risolversi, almeno in modo positivo: ora i 30 milioni della quota nazionale ora sono davvero a rischio. Oggi il Tar esaminerà una prima parte dei ricorsi presentati dopo la seconda graduatoria emessa da Agea e Ministero delle Politiche Agricole, che aveva escluso molti importanti progetti, ammessi in prima battuta, mentre ancora tutto incredibilmente tace sulla seconda graduatoria relativa al bando pubblicato dal Ministero il 29 dicembre 2016, per assegnare i 13 milioni di euro rimasti sospesi, con molte organizzazioni che hanno presentato azioni di diffida a Ministero e dirigenti Agea (https://goo.gl/y4UL1r). Ma dai rumors e dalle dichiarazioni raccolte da WineNews, la fiducia su una soluzione positiva della vicenda è davvero ai minimi termini tra gli operatori, mentre dalle istituzioni preposte, come Ministero delle Politiche Agricole e Agea, non arrivano notizia ufficiali di nessun tipo. E così, secondo alcuni, c’è il pericolo concreto di veder vanificata buona parte del sostegno pubblico alla promozione per la campagna 2016-2017, se non un annullamento totale del bando (con possibili ripercussioni su bandi regionali, che gestiscono 70 dei 100 milioni per la promozione a disposizione per l’Italia, ipotesi che non appare più così improbabile, secondo diversi rumors), con parte o tutti dei 30 milioni di euro in questione che, si ipotizza, potrebbero essere messi a disposizione del prossimo bando (ma ad oggi le regole non consentono di trasferire fondi da una annualità ad un’altra, ndr), o finire in altre misure dell’Ocm vino, come quella per gli investimenti o la ristrutturazione dei vigneti, anche se probabilmente, per questa soluzione, non ci sarebbero tempi tecnici. Un quadro, comunque, ancora decisamente troppo fumoso, quando siamo a marzo inoltrato, e, come chiedono in molti, da Unione Italiana Vini a Federdoc, si dovrebbe già essere in fase avanzata per i decreti 2017-2018. Come conferma a WineNews da Prowein di Dusseldorf Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, organizzazione che mettendo insieme i consorzi di tutela del vino italiano rappresenta oltre il 90% della produzione nazionale a denominazione.
“Il primo produttore di vino al mondo, il Paese che si vanta di avere nel vino una componente fondamentale della propria immagine e quindi di quel made in Italy che ci rende tutti orgogliosi, meriterebbe una gestione più attenta e lungimirante di questi fondi - dice Curbastro - fondamentali per acquisire nuove quote nei mercati internazionali, consolidare quanto di buono è già stato fatto e continuare ad essere non solo il n. 1 in termini produttivi, ma anche il Paese che cresce di più “rubando” quote di mercato ai competitor. La confusione che registriamo intorno ai decreti Ocm, intorno al fatto che non si prenda una decisione politica che chiuda in qualche modo questa vicenda, aspettando le decisioni definitive della giustizia che chissà quando arriveranno, e certamente in mesi avanzati di campagna promozionale che ormai non sarà possibile recuperare, ci amareggiano e ci lasciano abbastanza perplessi. Vorremmo qualche cosa di più, ce lo aspettiamo dalle nostre istituzioni e dal Governo. Oltretutto - rilancia Curbastro, come fatto nei giorni scorsi anche dal Presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo, ndr - è già ora di parlare del nuovo decreto, ne aspettiamo con urgenza una visione, vorremmo sapere cosa c’è scritto per capire cosa succederà il prossimo anno. I ritmi del mercato non aspettano: noi siamo seduti in una fiera internazionale come Prowein, e stiamo già prenotando lo stand per il prossimo anno. I vigneti hanno ancora ritmi diversi, si pianta per raccogliere dopo 3-4 anni le prime uve, e per avere i primi vini sul mercato 7-8 anni dopo. Siamo abituati a pensare un pochettino usando il tempo e non rincorrendo solo le emergenze”.
E da uomo esperto del rapporto tra mondo del vino ed istituzioni, Curbastro valuta anche il rischio che i 30 milioni di euro della promozione per il 2016-2017 vado davvero in fumo.
“I mesi persi non si recuperano, e questo è un dato di fatto. Io non amo fare la “Cassandra” di turno, anche perchè un vignaiolo è ottimista per natura. Ma in questa situazione faccio davvero fatica a vedere spiragli positivi. Non so se perderemo dei soldi, se li recupereremo, se dovremo aspettare la magistratura o se qualcuno si prenderà delle responsabilità politiche per venirne fuori. Certamente la situazione è abbastanza imbarazzante”.
Comunque vada, bisogna comunque pensare al futuro, e tra le tante voci che nel silenzio davvero incomprensibile delle istituzioni si alimentano, c’è chi avrebbe proposto di tornare ad una distribuzione prorata di tutti i progetti dichiarati ammissibili tra quelli ammessi a finanziamento, come avveniva di fatto nei primi anni di applicazione della misura.
“Io ritengo che premiare i progetti per la qualità delle loro proposte sia sempre corretto, il sistema del prorata mi ricorda un po’ i Kolchoz russi di antica memoria, di cui conosciamo il fallimento. Perché è giusto che qualcuno emerga e venga premiato, ben venga la concorrenza. Le norme però devono essere poche e chiare, e non devono prestare il fianco ai ricorsi e alla litigiosità che è tanto tipica del nostro Paese, ma che poi finisce per danneggiare tutti, e non il singolo produttori inserito o escluso da una lista”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024