“Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1.000 chilometri quadrati di suolo fertile, un’area estesa come l’intera città di Roma” si legge sul sito di People4soil, una rete libera e aperta di 500 Ong europee, istituti di ricerca, associazioni di agricoltori e gruppi ambientalisti che, per la “Giornata Mondiale della Terra” del 22 Aprile, ha inviato un appello tramite lettera al presidente dell’Unione Europea Claude Junker, facendo riferimento all’obiettivo delle Nazioni Unite di “fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030” (www.salvailsuolo.it).
L’appello è rivolto alla Commissione Europea affinché faccia la sua parte, con la consapevolezza che le politiche europee lasciano un’impronta molto profonda sui suoli e i territori del resto del mondo: si chiede di fermare il consumo di suolo sviluppando un quadro legislativo vincolante per gli Stati Membri, che riconosca al suolo lo status di “bene comune” proprio come l’aria e l’acqua. Allo stesso tempo Legambiente ha lanciato varie iniziative di mobilitazione per domani 22 Aprile, Giornata Mondiale della Terra appunto, che prevede banchetti ed eventi organizzati nelle piazze di tutta Italia per sensibilizzare i cittadini sulla tematica
La superficie agricola europea, pari a 170 milioni di ettari, benché ragguardevole, non è in grado di rifornire il mercato europeo delle materie prime, che dipende in larga misura dalle importazioni. Se abbiamo un così forte bisogno di terre coltivate, la priorità dovrebbe essere proprio quella di proteggere il nostro suolo. E invece ogni giorno vengono urbanizzati o degradati 500 ettari di suolo europeo, e in molti casi il degrado corrisponde a una perdita definitiva della risorsa, ad esempio in seguito a urbanizzazioni. Si tratta di una politica di sviluppo di lungo termine, che salvaguarda le risorse e il patrimonio europeo, ma è anche il caposaldo delle strategie di mitigazione e adattamento climatico. Per questo nella Giornata Mondiale della Terra le 500 associazioni che hanno sottoscritto la lettera a Juncker chiamano a raccolta tutti i cittadini, invitandoli a sottoscrivere l’Iniziativa dei Cittadini Europei su www.salvailsuolo.it.
“Il suolo è la risorsa naturale più preziosa e scarsa in Europa, ma non la proteggiamo. Negli ultimi 50 anni, in Europa la superficie coperta di cemento e asfalto è raddoppiata, arrivando a 20 milioni di ettari: due volte la superficie agricola italiana. Senza contare tutte le altre minacce a carico dei suoli: 3 milioni di siti contaminati, 10 milioni di ettari gravemente danneggiati dall’erosione e 14 milioni a rischio desertificazione sono alcune cifre di danni già registrati. Se vogliamo che la comunità internazionale arresti il degrado di suolo, dobbiamo iniziare dalla nostra casa comune: è urgente una direttiva europea per la tutela dei suoli!” si legge nel comunicato stampa di Coldiretti.
In Italia la task force formata da Acli, Coldiretti, Fai, Inu, Legambiente, Lipu, Slow Food e Wwf punta il dito anche sulla grave empasse del progetto di legge nazionale contro il consumo di suolo, da tre anni rimpallato dalle commissioni delle due Camere e, da 11 mesi, impantanato al Senato: “L’Italia per una volta poteva essere capofila europea, come primo Paese a darsi regole per il contenimento del consumo di suolo, ed invece quel provvedimento, che pareva sospinto da consenso unanime, sembra essersi infilato in un tunnel di cui ancora non si vede la fine”.
Eppure una politica attiva a difesa del suolo è anche una politica di sicurezza e sviluppo economico: suoli sani e ricchi di sostanza organica consentono produzioni agricole di maggior qualità e più resistenti ai rischi climatici; allo stesso tempo fermare la cementificazione di suoli agricoli è l’unico modo per concentrare gli investimenti edilizi nei luoghi che hanno davvero bisogno di rigenerazione: le città.
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