Quando si dice Italia si dice bei paesaggi e buon cibo. Tanti dei luoghi caratteristici del Belpaese sono già patrimonio dell’Unesco, ma non uno dei piatti riconosciuti come simbolo d’eccezione della cultura gastronomica italiana, il più famoso e amato al mondo: la pizza. Per TuttoFood, in scena a Milano dall’8 all’11 maggio, anche l’Unaprol (la più grande realtà dell’associazionismo olivicolo italiano) ha annunciato l’adesione e il sostegno alla petizione mondiale #pizzaUnesco. Così, alla lista delle associazioni impegnate per il riconoscimento dell’arte dei piazzaioli napoletani, si aggiunge quello del presidente David Granieri, che si impegna a raccogliere 100.000 firme, puntando al più generale traguardo di 2 milioni di sottoscrizioni entro il prossimo autunno. Il Presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, Unaprol e Napoli Pizza Village si sono raccolti intorno alla campagna più popolare nella storia delle candidature Unesco nel convegno “L’olio extravergine & #pizzaUnesco: la forza dell’autenticità nel Made in Italy”.
“È molto importante che anche Unaprol, la più rappresentativa associazione del settore olivicolo italiano, abbia aderito a questa campagna - commenta Pecoraro Scanio, promotore di #pizzaUnesco e presidente della Commissione Agricoltura - che unisce l’eccellenza agroalimentare del Belpaese. La pizza è uno dei prodotti simbolo della cucina e della nostra cultura così come l’olio extra vergine di oliva, immancabile sulle tavole di tutto il mondo. Buono, sano, autenticamente italiano. I pizzaioli napoletani, da tradizione, ne assicurano il rispetto nelle preparazioni, esaltandone le qualità con cuore e fantasia. Il successo di #pizzaUnesco nasce proprio dal suo obiettivo, quello della tutela del made in Italy, perché difende la cultura di una realtà e la qualità degli ingredienti per fare una pizza a regola d’arte”. In attesa della decisione finale sulla candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’Unesco, attesa per dicembre da Seoul, anche il presidente commenta la campagna #pizzaUnesco: “L’Arte dei pizzaiuoli napoletani è una candidatura legata alla nostra agricoltura. La pizza è il simbolo della nostra tradizione alimentare e del legame fra la capacità di saper fare un prodotto, i territori e i prodotti agricoli. Un patrimonio straordinario, impossibile da falsificare. Siamo convinti che la vittoria finale sia a portata di mano”.
Il presidente Unaprol individua nella candidatura all’Unesco non solo una questione di “vanto” nel mondo, ma anche una cosa che riguarda la salvaguardia di un prodotto ormai presente in tutto il mondo come la pizza: “un prodotto tipico, ma ormai globalizzato, come la pizza ha bisogno di un’ancora come l’olio extra vergine di oliva che, tra tutti i prodotti del made in Italy, è sicuramente il più italiano. Richiama nel consumatore mondiale il legame indissolubile tra prodotto e territorio. L’olio extra vergine di oliva di qualità italiano - ha detto il Presidente di Unaprol David Granieri - è glocale e, per questo motivo, in grado di imprimere un ritmo diverso al prodotto da forno più famoso al mondo”.
Claudio Sebillo, brand manager del Napoli Pizza Village, la pizzeria più grande al mondo con i suoi 50 forni all’aperto, attesa sul suggestivo lungomare di Napoli dal 17 al 25 giugno, spiega che: “il nostro è il più imponente happening d’Italia e rappresenta il momento più alto di promozione della specialità napoletana, la pizza, e dei suoi artigiani, i pizzaiuoli. #pizzaUnesco è una sfida che abbiamo abbracciato con tutte le nostre energie fin dall’inizio, la vittoria sarebbe la finalizzazione di un percorso iniziato proprio al Napoli Pizza Village”.
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