Le acquisizioni spingono i conti di Lavazza, che nel 2016 realizza un risultato operativo pari a 61,7 milioni (+34,1%), un utile di 82,2 milioni e i ricavi più alti di sempre, a 1,9 miliardi di euro (+29%), di cui il 60,3% proviene dai mercati esteri. Mercati verso cui l’azienda, nata a Torino nel lontano 1895 e oggi presente in 90 Paesi, guarda con interesse, per ripetere i successi ottenuti negli ultimi anni con Carte Noire in Francia e Merrild in Danimarca. “Non abbiamo nessuna necessità di quotarci, c’è cassa sufficiente per fare altri tipi di operazioni”, annuncia Antonio Baravalle, amministratore delegato del Gruppo, che oggi vanta 27 miliardi di tazzine di caffè consumate ogni anno nel mondo, anche grazie all’entrata del mercato delle capsule compatibili.
“Il 2016 è stato un anno straordinario, abbiamo avviato un percorso di sviluppo internazionale finalizzato a rafforzare la nostra indipendenza e competitività”, sottolinea il manager, che con i vicepresidenti Giuseppe e Marco Lavazza, ha illustrato il bilancio 2016 e le strategie future nello stabilimento di Laverune, nel Sud della Francia. Ristrutturata con un investimento di 16 milioni di euro, la fabbrica transalpina Carte Noire, grazie ad un’integrazione con le attività Lavazza, è diventata uno dei poli in cui vengono realizzati tutti i prodotti del Gruppo ed è ora un modello per l’azienda.
“L’obiettivo - spiega Baravalle - è quello di raggiungere i 2,2 miliardi di euro di fatturato nel 2020. Per farlo, continuiamo a investire su Lavazza, la nostra priorità”, senza però trascurare le eventuali altre opportunità che dovessero presentarsi oltreconfine: acquisizioni o accordi commerciali che siano, gli occhi sono puntati soprattutto su Inghilterra, Germania, Canada e Stati Uniti. “Di marchi acquistabili ce ne sono tanti, purché si resti indipendenti e sani”, puntualizza Baravalle. Il Gruppo, intanto, è pronto a inaugurare nei prossimi mesi il nuovo headquarter di Torino, e dall’autunno è entrato nel mercato delle capsule compatibili. Le prime sono state commercializzate in Germania e Austria “ma lo faremo anche in altre parti del mondo”, spiega Baravalle, annunciando che saranno implementate le linee di produzione. “Una sfida a Nespresso? Più che altro - conclude - direi che c’è un pezzo di mondo che si apre”.
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