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“Vino: femminile, plurale”: esce il libro di Cinzia Benzi dedicato a quel nuovo Rinascimento enoico guidato dalle “donne del vino”. Le parole di 14 volti femminili in un mondo presidiato da uomini, con la prefazione dello chef Massimo Bottura

Il mondo del vino nell’ultimo decennio si è evoluto a una velocità vertiginosa, conquistando mercati sconosciuti grazie a una forte spinta creativa e a una nuova visione che hanno fatto saltare tanti luoghi comuni. A guidare questo nuovo Rinascimento del vino tante donne che, dopo anni di lavoro e impegno, sono riuscite a farsi largo in un mondo presidiato da uomini, affermandosi sul panorama nazionale e internazionale. Nasce da qui l’idea di “Vino: femminile, plurale”, un libro dedicato a 14 “donne del vino”, raccontate in 11 interviste dalla giornalista Cinzia Benzi, in un viaggio nel mondo enoico fra Francia ed Italia.
Ma chi sono queste 14 enologhe, vignaiole e cuoche? Le prime due sono francesi: Sandrine Garbay, enologa del rinomato Chateau d’Yquem nel Sauternes, e Julie Gonet-Médeville, proprietaria insieme al marito Xavier di Vignoble Gonet-Médeville, astro nascente dello Champagne. A seguire le “donne del vino” italiane: da Anna e Valentina Abbona, madre e figlia, sono le export manager della storica cantina Marchesi di Barolo, a Raffaella Bologna, enologa e responsabile della comunicazione di Braida e dei suoi Barbera; da Cristina Ziliani, volto femminile di Berlucchi, casa pioniera del Franciacorta, a Camilla Lunelli, prima donna della terza generazione alla guida della casa spumantistica trentina Ferrari. Da Marilisa e Silvia Allegrini, zia e nipote, dirigenti della famiglia produttrice di vino in Valpolicella da oltre 400 anni, a Ginevra Venerosi Pesciolini, comproprietaria dell’antico casato pisano Venerosi Pesciolini; da Cecilia Leoneschi, enologa da quasi 15 anni della tenuta di Ferragamo a Castiglion del Bosco; a Caterina e Susy Ceraudo, sorelle calabresi, enologa, ma soprattutto cuoca stellata, la prima, amministratrice della cantina di famiglia Dattilo, la seconda; e infine Silvia Maestrelli, vignaiola innovatrice di Tenuta di Fessina, sull’Etna.
“Da lunghissimo tempo ho la convinzione che, se il vino è maschile singolare, il mondo del vino è femminile plurale. […] Questo libro nasce dalla volontà ben precisa di far conoscere le storie di alcune tra le donne del vino che stimo e ho avuto l’onore di incontrare attraverso i miei viaggi nel mondo enoico, storie che svelano le loro belle anime femminee, delicate, tenaci e intrise di vino nel Dna”, si legge nell’introduzione. Le idee, i progetti, gli aneddoti poi si susseguono, dipingendo un quadro vivace: dalla Francia al Piemonte alla Sicilia, scopriamo l’universo di queste donne che lavorano con passione fra vitigni, cantine prestigiose, laboratori, incarnando il nuovo linguaggio del vino.
L’autrice devolverà i suoi proventi alla onlus “Food for Soul”, l’organizzazione no profit fondata dallo chef Bottura, che ha infatti firmato la prefazione al libro: “Cucinare è un appello ad agire, ne sono convinto. Allo stesso modo le storie che leggerete tra poco mostrano donne che si sono rimboccate le maniche e hanno portato con amore e dedizione tutta femminile il loro contributo creativo, per valorizzare e dare nuova vita a un immenso patrimonio di storia, natura, cultura. Storie in cui il bello e il buono, ancora una volta, si uniscono”.

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