Export manager, marketing manager, national key account, business unit manager per la Gdo: hanno nomi inglesi e altisonanti le figure professionali più ricercate dalle aziende italiane del food & beverage, che hanno l’esigenza, sempre più stringente, di presidiare i mercati esteri per garantirsi un futuro, ma anche di consolidare la propria presenza nella Gdo italiana, come rilevato dalla Wyser, la società internazionale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali. Allo stesso tempo, a seguito dell’innovazione tecnologica sia dei processi di vendita sia della relazione con i clienti, i profili marketing con competenze digital sono sempre più richiesti (www.gigroup.it).
“L’export è un driver fondamentale del made in Italy, di cui l’agroalimentare è una delle bandiere nazionali da tutti riconosciuta; sono fondate alcune preoccupazioni legate alla Brexit e alla politica protezionistica americana, ma il panorama di riferimento delle imprese e dei prodotti italiani è davvero molto ampio, con Germania e Francia in testa come food buyer, oltre ai Paesi di area Brics e asiatici - spiega Carlo Caporale, amministratore delegato Italia di Wyser - dal nostro osservatorio confermiamo, pertanto, un dinamismo notevole nella domanda di figure commerciali e legate all’export per queste aree con opportunità in molte aziende anche come Country Manager nei Paesi europei di interesse maggiore. Se le maggiori opportunità si concentrano nelle regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) dove sono localizzate alcune tra le realtà più strutturate e da tempo proiettate all’estero - continua Caporale - stiamo, però, rilevando un trend di crescita anche nel Centro Sud Italia per la progressiva apertura di molte imprese a nuovi mercati. Le aziende guardano, inoltre, sempre più a figure professionali specializzate con esperienza all’estero per l’alto valore aggiunto che possono portare all’area commerciale, insieme alle competenze digitali per un marketing sempre più attento alla clientela. Da segnalare, infine, le opportunità legate alle nuove forme di distribuzione dei prodotti d’eccellenza e/o a km zero cui la Gdo è sempre più attenta”.
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