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La stagione agricola sta entrando nel vivo: occorre normare l’occupazione occasionale in modo tracciabile e tutelato, anche per evitare che torni a dilagare il lavoro in nero. Il deputato Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura, spiega che ...

“L’avvio dei lavori stagionali in agricoltura è alle porte ed è necessario adottare in fretta strumenti normativi che siano alternativi ai voucher per evitare che nei campi dilaghi il lavoro nero. Con la legge di contrasto ai fenomeni di caporalato abbiamo fatto un passo in avanti importante in termini di civiltà giuridica, ora dobbiamo evitare di offrire pretesti per depotenziarne l’attuazione”: così il deputato Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, mentre si torna a discutere sul tema nella “manovrina” del Governo, al vaglio in queste ore.
“Il rischio concreto che da più parti ci è stato rappresentato - aggiunge Sani - è che in assenza di nuove forme contrattuali flessibili, le aziende possano essere tentate di ricorrere a forme di lavoro nero per retribuire i lavoratori nei momenti di picco produttivo. Naturalmente la proposta di nuovo contratto contenuta nell’emendamento presentato dall’onorevole Titti Di Salvo, terrà conto delle esigenze di tracciabilità, delle tutele previdenziali e contributive. Proprio perché si tratta di un contratto che ha l’obiettivo di regolamentare il lavoro occasionale, e non dei vecchi voucher”.
Una preoccupazione che Coldiretti denuncia da mesi: secondo i dati a loro disposizione in agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 2.210.440 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2012, per un totale di oltre 380.000 giornate di lavoro che
hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne per circa 50.000 casi, senza gli abusi che si sono verificati in altri settori.
Un uso in definitiva positivo di uno strumento utile, che viene a mancare proprio nel periodo di maggior lavoro nelle campagne. Campagne che non possono restare sprovviste di una valida alternativa che possa rispondere alle esigenze delle imprese e dei lavoratori, per non perdere opportunità occupazionali e compromettere l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi.

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