C’è un altro chef sul tetto del mondo gastronomico, un tetto di nicchia, ma che negli anni ha celebrato per primo la genialità tra i fornelli di gente come René Redzepi, Joan Roca, Massimo Bottura e, adesso, Enrico Crippa, premiato dall’Académie Internationale de la Gastronomie con il “Grand Prix de l’Art de la Cuisine”, che ha ricevuto proprio oggi in un luogo simbolo della sua carriera di cuoco, il Ristorante Gualtiero Marchesi. Crippa, infatti, ha iniziato proprio al fianco del padre della cucina italiana moderna, ad appena 17 anni, nel ristorante in via Bonvesin de la Riva e, tra il 1997 e il 2000, lavorò in Giappone al Bistrot Marchesi di Kobe, tappa fondamentale della crescita gastronomica di Crippa. Dopo il ritorno in Italia, al Ristorante di Erbusco, la svolta. Nel 2003 l’incontro con la famiglia Ceretto, griffe di Langa sin dal 1937, che oggi vanta 160 ettari vitati nei migliori cru di Barolo, con la quale inizia, nel 2005, il progetto del Piazza Duomo, ad Alba: merito della svolta decisa dalla terza generazione alla guida dell’azienda che, dopo aver stretto i rapporti con il mondo dell’arte, con cui nascono decine di iniziative e progetti, punta forte sulla ristorazione per chiudere il cerchio, raccogliendo risultati straordinari. Nel 2006 arriva la prima conferma, con la prima stella Michelin, a cui è seguita nel 2009 la seconda ed infine, nel 2012, la terza stella Michelin, che lo ha proiettato definitivamente nell’Olimpo dei grandi della cucina mondiale.
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