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Agroalimentare terra di conquista? Non solo: uno dei produttori di spicco di vino di Calabria, iGreco, punta all’acquisto di Alitalia. Alle spalle, la famiglia Greco, leader della sanità privata della Regione con un fatturato di 400 milioni di euro

L’agroalimentare, ed il vino in primis, è il settore economico che, negli ultimi anni, più di ogni altro ha catturato l’interesse di imprenditori italiani e stranieri, pronti ad investire su un vero e proprio pilastro della crescita italiana. Così, tra i tanti affari chiusi, il gruppo Parmalat è passato nelle mani della francese Lactalis, mentre una griffe del Barolo come Vietti da poco meno di un anno parla americano, come la nuova proprietà, la Krause Holdings Inc. Più raro assistere e raccontare il percorso inverso, ossia aziende del primario che si gettano su avventure imprenditoriali lontane dalle proprie corde.

Almeno finora, perché dalla Calabria arriva una notizia capace di scardinare un intero teorema: tra le 32 società che hanno presentato manifestazioni di interesse per l’acquisto di Alitalia, ad un passo ormai dal definitivo fallimento, c’è la iGreco, uno dei punti di riferimento nella produzione di vino e olio in Calabria. Con 80 ettari vitati, tutti certificati bio, una produzione di 250.000 bottiglie l’anno ed un enologo d’eccezione, Riccardo Cotarella, l’azienda di Cariati, provincia di Cosenza, è uno degli asset della famiglia Greco, che in Calabria opera da decenni nella sanità, con tre cliniche sanitarie di proprietà che fatturano 400 milioni di euro l’anno.
Ciò che più stupisce, in una gara in cui i maggiori competitor, da RyanAir a EasyJet, da Etihad alla Delta Airlines, sono interessati solo a dividersi hub, rotte e flotta, è che Saverio Greco, ad del gruppo di cui fanno parte sette fratelli, come ha raccontato al quotidiano “Corriere della Sera”, sarebbe pronto a rilevare Alitalia e rilanciarla, convinto che sia “soltanto stata amministrata male, va ristrutturata, come stiamo facendo con il gruppo alimentare umbro Novelli. Il mercato aereo è in forte crescita e noi riusciremmo a fare utili”. La corsa ad Alitalia, o a ciò che ne rimane, è aperta, e chissà che la scalcagnata compagnia di bandiera non finisca davvero nelle mani di un produttore di vino ed olio calabrese ...

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