Forse l’ondata animalista e anti consumo di carne, che ha preoccupato gli allevatori, ha contribuito a migliorare la funzionalità del settore. Proprio l’attenzione all’origine del prodotto, alla sostenibilità degli allevamenti e alle condizioni degli animali e quindi l’esclusione dagli acquisti di quei prodotti che non rispettano questi parametri hanno spinto tutta la filiera dell’allevamento e produzione della carne ad adattarsi. Proprio da qui nasce l’Oi, Organizzazione Interprofessionale che mette assieme tutti i soggetti che intervengono nella formazione di una filiera produttiva.
Questo accordo muove dal Regolamento dell’Unione Europea n. 1308 del 2013 e dalla Legge nazionale 91 del 2015 che prevede, appunto, la formazione di OI nei vari comparti, con la finalità di migliorarne l’efficienza a vantaggio di produttori e consumatori. Come già avviene in Francia e in Spagna dove un’unica OI contiene tutti i protagonisti del comparto. Ed è proprio con l’unità d’intenti della filiera italiana che sarà possibile rafforzare l’immagine e i consumi di carne, ora in crisi, indirizzando i cittadini verso un acquisto consapevole. Informando circa le corrette prassi sul benessere animale, rigorosamente applicate nel nostro Paese.
L’Oi sarà presentata il 14 giugno a Roma dagli agricoltori Cia che, insieme a Confagricoltura, Uniceb e Assocarni.
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