Il settore dell’ospitalità familiare pare non conosce crisi: sono oltre 165 milioni le notti passate negli agriturismi, oltre 190.000 gli ettari di paesaggio curato e fruibile grazie alla presenza delle attività agrituristiche, e oltre 22.000 i fabbricati restaurati con un significativo recupero del patrimonio edilizio rurale. E poi ancora, oltre 260.000 aziende con vendita diretta, 2.384 aziende con attività didattiche e circa 1200 aziende stimate con attività sociali. Ecco i numeri della multifunzionalità italiana delle imprese agrituristiche, secondo le stime di AgrieTour (salone dell’agriturismo n.16, dal 17 al 19 novembre, ad Arezzo), che da soli basterebbero per testimoniare il valore della diversificazione delle attività in agricoltura.
Più 129% è d’altra parte la crescita dell’agriturismo italiano dal 1998 a oggi. Dalle 9.718 strutture di allora infatti si è oggi arrivati a 22.238 agriturismi autorizzati: una crescita sostenuta e costante, confermata anche dai dati di Coldiretti, se si pensa che dal 2003 è stata del 70,8% e solo dall’ultimo anno a oggi del 2,3%. La crescita è più consistente nel Centro (+5,1%), rispetto al Nord (+1,7%), mentre nel Mezzogiorno (Sud e Isole) si registra un calo (-1,1%).
La risposta del mercato è altresì positiva: nel 2015, secondo l’indagine Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, le presenze (numero di notti) degli ospiti negli agriturismi ammontano a 11,3 milioni (+4,9% rispetto al 2014).Tra le curiosità che più di un’azienda agrituristica su tre (36,1%), è a conduzione femminile. La maggiore concentrazione di aziende gestite da donne si rileva in Toscana (1.791 aziende, che rappresentano il 40,8% delle aziende della regione e l’8% di quelle nazionali).
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