A cosa pensano gli stranieri quando si immaginano l’Italia? Bei paesaggi, buona pizza, e un bel piatto di spaghetti al pomodoro. Ma il mercato della trasformazione del pomodoro in salse, pelati e concentrati non è proprio più molto “made in Italy”: qualcosa però sta cambiando, o meglio sta facendo marcia indietro. Con l’acquisizione del marchio De Rica, infatti, storico produttore di salsa di pomodoro made in Italy, da parte del Consorzio Casalasco, nasce il gigante italiano del pomodoro. Il Consorzio aveva già acquisito Pomì, altro grande marchio del settore: così ha unito due grandi aziende, in prima linea per fermare lo shopping straniero nell’agroalimentare italiano. Ben 3 marchi storici su 4 sono finiti all’estero, causando la perdita di autonomia e di competitività sui mercati internazionali in uno dei settori strategici del made in Italy.
Il colosso del pomodoro italiano, nato dalla fusione dei marchi Pomì e De Rica, diventa così la prima filiera italiana nella coltivazione e trasformazione in polpe, passate e concentrati che permette alle 550.000 tonnellate di pomodoro fresco raccolto esclusivamente in Italia di essere trasformato ed esportato in 60 Paesi nel mondo: il prodotto simbolo della dieta mediterranea è, sottolinea la Coldiretti, il condimento maggiormente acquistato dagli italiani, ma anche quello più amato all’estero, dove le esportazioni di pomodori conservati e preparati hanno superato 1,5 miliardi di euro nel 2016. La passata di pomodoro è infatti uno dei simboli di italianità nel mondo, e un prodotto che non va abbandonato alle logiche industriali e commerciali, ma anzi va tutelato.
Per questo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha dichiarato che “siamo al lavoro col Ministro Calenda per estendere anche ai prodotti derivati dal pomodoro l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime, come fatto con latte, pasta e riso. Un impegno - continua Martina - che confermiamo oggi davanti a un’operazione importante per la filiera con l’unione dei marchi Pomi e De Rica. L’esperienza del Consorzio Casalasco del pomodoro può rendere ancora più forte e riconoscibile nel mondo questa produzione di qualità. Andiamo avanti nel lavoro di tutela delle filiere made in Italy e di valorizzazione del lavoro dei nostri produttori agricoli”.
“Con questa operazione si realizza una svolta nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che vede direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la svendita di marchi italiani all’estero ha spesso significato nell’agroalimentare lo svuotamento finanziario delle società acquisite, la delocalizzazione della produzione per chiusura di stabilimenti e gli acquisti delle materie prime all’estero con perdita di occupazione”. Anche l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari ha accolto positivamente la notizia dell’acquisizione : il presidente Giorgio Mercuri ha dichiarato che “l’operazione segna anche un rafforzamento del comparto del pomodoro da industria made in Italy cooperativo, che da oggi vede un altro prestigioso brand aggiungersi agli altri importanti già esistenti come Cirio, Valfrutta e Pomì. Il sistema cooperativo, da sempre impegnato nella valorizzazione del prodotto dei propri soci, ribadirà - ha concluso Mercuri - con maggiore forza la necessità di procedere con l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta per tutti i derivati del pomodoro”.
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