È stato un anno difficile per il grano italiano, messo a dura prova dal calo delle superfici seminate, scese di 100.000 ettari (-7,3%), dovuto, secondo le principali organizzazioni agricole, alla concorrenza dei produttori stranieri, a partire dal Canada, primo esportatore di grano duro verso il Belpaese. Uno scontro, quello tra produttori italiani ed esteri, deflagrato a giugno, con la “guerra del grano” dichiarata da Coldiretti alle importazioni, manifestando nei porti pugliesi contro l’arrivo di navi colme di grano canadese, ed arrivando a sostenere la tossicità del grano in arrivo da Canada, Usa e Francia, tanto da mettere alla gogna mediatica i principali produttori di pasta d’Italia. Accuse pesanti, che il Ministero della Salute, nel suo piano nazionale per il controllo delle microtossine, pubblicato nei giorni scorsi, ha smentito su tutta la linea: non è stata riscontrata nessuna irregolarità sui campioni a base di grano analizzati, che rappresentano il 20% dei 2.794 campioni analizzati, di cui solo 56 si sono rivelati non conformi, quasi tutti formaggi, italiani, in corso di stagionatura. Una buona notizia per il comparto pasta e per i consumatori, che da febbraio potranno sapere da dove arrivano i grani utilizzati per produrre la loro pasta preferita, senza dubitare, però, della salubrità del prodotto, che con ha necessariamente a che fare con la provenienza ...
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