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Tazze di caffè da 24 dollari, o addirittura da 55 dollari: è il nuovo trend negli Stati Uniti dove il caffè di qualità sostituisce la vecchia “cup of joe” del diner. Qualità, invece, che quantità, e importanza della tracciabilità, dal campo alla tazza

Gli americani cercano il lusso nella tazza di caffè. L’ultimo trend in fatto di ristorazione, da New York alla West Coast, è la preferenza a consumare le versioni più care proposte da Starbucks rispetto alla banale “cup of joe” del diner: la qualità al posto della quantità. Gli esperti parlano di una “terza ondata” nel consumo del caffè che pone l’enfasi sulla tracciabilità, “dai campi alla tazza”, e sui metodi alternativi di preparazione e filtraggio. Uscirà il prossimo mese da Klacth Coffee, in California, una versione di caffè di pregio chiamata “Esmeralda Geisha 601”: 601 si riferisce al prezzo per oncia del prodotto, quindi 55 dollari a tazza, proveniente da Panama. Esmeralda sarà venduta a eventi speciali, a cui si accederà pagando il biglietto di ingresso, oppure per corrispondenza.
Il caffè da Guinness si trova anche a New York, da Eleven Medison Park, ristorante tre stelle Michelin e miglior ristorante al mondo secondo la 50 Best Restaurants, che ha iniziato a proporre tazze di caffè da 24 dollari preparata dalla “caffeologa” del Ristorante Maya Albert al tavolo dei clienti usando un alambicco: un processo in tre stadi che dura 10 minuti e include il momento importantissimo della “fioritura”, in cui il caffè macinato entra a contatto con l’acqua bollente.

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