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Anche le grandi imprese possono dialogare col sociale: Banco Alimentare e Kfc - Kentucky Fried Chicken siglano un accordo per il progetto “Harvest”, con cui la prima catena di fast food in Italia recupera e dona le sue eccedenze alimentari

Il mondo delle grandi imprese può realmente dialogare con quello sociale, come dimostra l’accordo che il Banco Alimentare ha siglato con Kfc - Kentucky Fried Chicken, con il progetto Harvest, un programma mondiale (attivato dalla catena di fast food dal 1992 in Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Puerto Rico) che prevede il recupero delle eccedenze alimentari e la donazione alle organizzazioni che aiutano sul territorio le persone in difficoltà. KFC è la prima azienda della ristorazione veloce in Italia intraprendere un’iniziativa di questo tipo, che si inserisce nel percorso indicato dalla Legge Gadda 166/2016, conosciuta come Legge Anti Sprechi.

In Italia, il primo locale Kfc coinvolto nell’iniziativa è quello di Arese: l’obiettivo è coinvolgere progressivamente tutti i ristoranti della catena sul territorio nazionale. “Il progetto Harvest ci permette di recuperare il pollo fritto in eccedenza - afferma Corrado Cagnola, ad Kfc Italia - e di donarlo a chi ne ha bisogno. Siamo orgogliosi di farlo partire nel nostro Paese con un partner così autorevole come il Banco Alimentare che ci consente di collegarci in modo capillare con le organizzazioni di assistenza sul territorio”. Nel mondo sono 800 milioni le persone che soffrono la fame e ogni anno si spreca un terzo del cibo prodotto a livello globale: un quarto del cibo sprecato basterebbe a sfamare tutti coloro che ne hanno bisogno. Harvest è un progetto che Kfc ha lanciato a livello mondiale nel 1992 e che ha consentito fino ad ora di recuperare e donare oltre 76,7 milioni di pasti coinvolgendo oltre 3000 organizzazioni non profit.

“L’impegno di una grande azienda come Kfc, dimostra come il mondo delle imprese possa realmente dialogare con quello del sociale - afferma Maria Chiara Gadda, proponente e relatrice della Legge 166/2016 - in una logica di reale sussidiarietà. La definizione di un quadro normativo chiaro, la semplificazione delle procedure e le agevolazioni fiscali, hanno incoraggiato molte iniziative e stanno producendo risultati oltre le aspettative, e sono convinta che sia questa la strada giusta da percorrere. Sprecare non ha senso, recuperare e donare fa bene a tutti: alle famiglie in situazione di bisogno che grazie al progetto Harvest potranno ricevere un cibo buono e gustoso, ai dipendenti che non vedranno sprecato il loro lavoro, e a ciascuno di noi, per il messaggio positivo dal punto di vista culturale che questi progetti sono in grado di stimolare”.

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