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Decolla - almeno in percentuale - l’ecommerce agroalimentare in Italia: +43% in volume sul 2016 (4% del commercio digitale nazionale complessivo) e 849 milioni di Euro in valore. A dirlo l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm-PoliMi per TuttoFood

Dopo anni nei quali i dati confermavano una consolidata diffidenza dei consumatori italiani nei confronti del commercio elettronico per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, oggi l’e-commerce legato al settore del cibo in Italia è arrivato a valere 849 milioni di euro, cioè il 4% del volume totale del commercio digitale italiano. Un dato ancora più impressionante è il tasso di crescita annuo, che evidenzia un aumento del 43% rispetto ai volumi del 2016: l’e-commerce alimentare si sta quindi affermando sempre più nello stile di vita dei consumatori italiani, offrendo grandi opportunità di crescita ai player del settore che si dimostreranno più ricettivi nei confronti di nuovi canali e strumenti, e tramite un’evoluzione degli stili di consumo che punta decisamente verso un’integrazione del digitale anche all’interno di un’esperienza di per sé molto fisica, com’è quella del cibo. Ad affermarlo l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm - School of Management Politecnico di Milano, i cui dati saranno al centro del convegno “Focus Food” by Netcomm e Fiera Milano, di scena oggi in qualità di preludio alla prossima edizione di TuttoFood (Fiera Milano, 6-9 maggio 2018, www.tuttofood.it).
Una dinamica che, come puntualizzato anche dal recente “Rapporto sull’e-commerce del vino”, firmato dalla ricercatrice di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università di Firenze Monica Faraoni (https://goo.gl/GDNtiL), si riflette positivamente anche sul commercio elettronico di vino, con vendite in crescita tra il 5 e il 10% per l’85% delle aziende, con punte di incremento comprese tra il 20 e il 30%. Inoltre, la crescita del comparto si inserisce in un contesto nel quale sta crescendo anche la percentuale di consumatori italiani che acquistano prodotti alimentari tramite e-commerce: a marzo 2017 erano il 24%, secondo l’osservatorio NetRetail, in sintonia con un trend globale che vede un tasso di crescita annuale del 13% per il settore a livello comunitario, e previsioni che parlano di un giro d’affari pari a 18 miliardi di dollari entro il 2021. Un fenomeno che, tra l’altro, investirà in maniera molto più consistente la Cina, con tassi annui medi di crescita stimati intorno al 23%, per un totale di 30,3 miliardi di dollari. Il consumatore digitale italiano, sottolinea però lo studio NetRetail 2017, non sostituisce la spesa “fisica” con quella virtuale, ma integra la prima con la seconda, con il 33,7% del totale che considera inoltre lo smartphone come fondamentale per orientare i comportamenti di consumo in negozio. Alla base di tutto, sottolinea il rapporto, c’è il concetto di “convenience”, intesa sia come convenienza economica ma anche come rapidità - di consegna, eventualmente di preparazione, oltre che ovviamente di consumo, così come la disponibilità di prodotti specifici, conformi sia a scelte alimentari come il vegetarianismo o il “bio”, e una crescente attenzione ad allergie alimentari e cucine etniche. Anche nell’e-commerce agroalimentare, quindi, si sta verificando la teoria “della coda lunga”, coniata da Chris Anderson nel 2004 per descrivere la formazione di “micro-nicchie” di mercato come conseguenza degli sterminati cataloghi dei principali player del commercio digitale globale come Amazon: nicchie non sufficienti a garantire profitto, se prese singolarmente, ma che sfruttano le economie di scala per garantirne se prese nella loro totalità. E ancora, lo “e-consumer” italiano cerca sempre più informazioni e contenuti correlati alle proprie scelte di prodotto, così come l’esperienzialità legata al prodotto, intesa come valorizzazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere il pasto un momento di piacere, e non solo il soddisfare un bisogno.
“La trasformazione digitale continua a essere una potenzialità per tutti”, ha commentato Roberto Liscia, presidente Netcomm: “c’è ancora ampio spazio per innovare e crescere. Una ricerca di Netcomm in collaborazione con Eumetra dimostra che il grado di soddisfazione dei consumatori per le soluzioni di e-commerce food esistenti non è particolarmente elevato: il 30% di chi ha acquistato cibo confezionato online e il 32% di chi ha acquistato piatti pronti dichiara di non essere propenso a ripetere l’esperienza; nel caso di chi ha comprato prodotti freschi, la percentuale di insoddisfatti sale addirittura al 53%. Il prossimo passo per le aziende sarà quindi capire come migliorare ulteriormente la customer experience: chi riuscirà a farlo prima e meglio della concorrenza potrà attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli attuali”.

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