Fine anno, è tempo di classifiche. E noi siamo andati a vedere quali sono i vini italiani più popolari, quelli più costosi, quelli migliori per giudizio della critica e quelli dal miglior rapporto qualità prezzo nel database di Wine-Searcher (www.wine-searcher.com, aggiornato a dicembre 2017), tra i principali motori di ricerca di vini e quotazioni, che ogni giorno processa oltre 1 milione di ricerche. Grandi nomi del vino italiano, che non a caso sono poi quelli che dominano nelle aste e che, pur appannaggio di pochi, sia per quotazione che per volumi di produzione, contribuiscono in maniera decisiva a tenere alta l’immagine del Belpaese enoico.
Ebbene, in testa alla classifica dei “Most popular”, basata sulla frequenza di ricerca, il n. 1 degli italiani (e n. 10 a livello della lista “mondiale”, dominata dai francesi), è il Sassicaia della Tenuta San Guido, seguito dal Tignanello di Antinori (al n. 27 complessivo) e dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (n. 33 nella classifica generale). A seguire, nella “top 10” italiana, nell’ordine vengono il Masseto, l’Ornellaia, il Barolo di Bartolo Mascarello, il Solaia di Antinori, il Barbaresco di Gaia, il Brunello di Montalcino della Tenuta Greppo di Biondi Santi, ed il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova di Casanova di Neri.
Diversa la classifica dei “Best”, ovvero dei vini con il miglior punteggio dalla critica internazionale, che Wine-Searcher ottiene mettendo insieme quelli di testate come “The Wine Advocate” (Monica Larner per l’Italia), “Wine Spectator” e “The Wine Enthusiast” (con la italian editor Kerin O’Keefe), e di Antonio Galloni e Jancis Robinson, tra gli altri. Qui, a pari merito con 95 punti, vengono nell’ordine il Masseto, il Sorì San Lorenzo di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, ed il Barolo Le Rocche del Falletto di Bruno Giacosa. Con 94 punti, seguono il Villa d’Alceo di Castello dei Rampolla, il Sorì Tildin di Gaja, il Solaia di Antinori, il Barolo Romirasco Bussia di Aldo Conterno, lo Sperss di Gaja e l’Ornellaia.
Guardando al prezzo medio a bottiglia, termometro importante per il mercato del vino, il n. 1 assoluto è il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, con quotazioni di 860 euro a bottiglia in media, seguito dal Barolo Falletto Riserva di Bruno Giacosa, a 703 euro. Sul podio anche il Masseto, con 613 euro a bottiglia. A seguire, il Brunello di Montalcino Riserva della Tenuta Greppo di Biondi Santi con 479 euro, davanti al Brunello di Montalcino Riserva di Case Basse di Gianfranco Soldrea a 461. Ancora, il Colore di Bibi Graetz Testamatta a 417 euro a bottiglia, il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice di Avignonesi a 376 euro, il Pegasos di Case Basse a 375, l’Alzero di Giuseppe Quintarelli a 364 euro, e il Sorì San Lorenzo di Gaja a 339 euro.
Diversissima, ovviamente, la classifica dei “Best Value”, che mette in fila i vini con il miglior rapporto tra punteggio della critica e prezzo. Al top viene il Brunello di Montalcino Pianrosso 2012 di Ciacci Piccolomini d’Aragona (94 punti, per un costo medio a bottiglia di 55 euro), seguito dal Duemani 2012 di Duemani (95 punti e 89 euro), e dal Giusto di Notri 2010 di Tua Rita (94 punti e 57 euro). Ai piedi del podio la Barbera d’Asti La Villa 2015 di Tenuta Olim Bauda (92 punti e 14 euro), seguita dal Barolo Bricco di Pernice 2010 di Elvio Cogno (94 punti e 63 euro), dal Sammarco 2007 di Castello dei Rampolla (94 punti e 66 euro), dal Galatrona 2007 di Petrolo (95 punti e 100 euro a bottiglia in media), dal Vigna di Alceo 2007 ancora di Castello dei Rampolla (95 punti e 107 euro), dal Saffredi 2015 di Fattoria Le Pupille (94 punti per 67 euro), e di nuovo dal Brunello di Montalcino Pianrosso di Ciacci Piccolomini d’Aragona 2010 (94 punti per 68 euro).
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