Sul tema degli insetti a tavola, in questi ultimi mesi, si è fatta un po’ di confusione, alla quale urge porre rimedio, facendo chiarezza. Se nella narrazione giornalistica la data dell’1 gennaio 2018 ha assunto le forme, simbolicamente, della nuova era del cibo, la realtà è un po’ diversa. Il Regolamento Ue sui “novel food”, infatti, non liberalizza la commercializzazione tout court degli insetti a scopi alimentari.
È vero, come si legge nell’informativa, che “alcuni Stati membri hanno ammesso a livello nazionale la commercializzazione di qualche specie di insetto in un regime di tolleranza”, ma allo stesso modo “è stato stabilito, con lo stesso articolo (del Regolamento), che per le specie in questione deve essere presentata una domanda di autorizzazione, al fine di definire le condizioni atte a garantirne la sicurezza d’uso per una libera circolazione sul mercato Ue. Nel frattempo gli Stati membri che ne hanno ammesso la commercializzazione prima del 1 gennaio 2018 possono continuare a mantenerle sul loro mercato”.
E l’Italia? Nel Belpaese, in realtà, “non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti. La vendita come alimento di un insetto o di un suo derivato potrà essere consentita solo quando sarà rilasciata a livello Ue una specifica autorizzazione in applicazione del regolamento Ue (2015/2283)”. La nota del Ministero, inoltre, spiega che “tutti i prodotti che rientrano nelle categorie definite dal Regolamento Ue, privi di una storia significativa di consumo alimentare nell’Unione europea al 15 maggio del 1997, sono da considerarsi “novel food” e la loro autorizzazione deve essere richiesta ora alla Commissione europea, seguendo le linee guida recentemente pubblicate dall’Efsa”.
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