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CIBUS

236 miliardi di euro il valore dei consumi alimentari in Italia. Bene il bio, arriva il “novel food”

I consumatori sempre più attenti alla qualità: giù gli acquisti di prodotti in promozione. E il packaging pratico e low cost è sempre più importante
Cibus, Non Solo Vino
236 miliardi di euro il valore dei consumi alimentari in Italia, i dati di Cibus

In Italia in consumi alimentari valgono 236 miliardi di euro, di cui 156 miliardi nel consumo domestico, e 80 miliardi nella ristorazione. Numeri in leggera crescita, che fanno da cassa di risonanza ai valori alla produzione del settore, che, nel 2017, ha chiuso a 137 miliardi di euro (+3,6%) e 41 miliardi di euro di export (+7%), anno che ha visto la produzione lorda vendibile dell’agricoltura toccare i 58 miliardi di euro (+3,2%). Sono i dati di Agronetwork, diffusi a Cibus, il salone dell’agroalimentare che si chiude oggi a Parma, da cui emerge un settore che, nel complesso, è decisamente in buona salute. Come confermano i dati Iri, secondo cui l’alimentare si è imposto come l’elemento trainante dei consumi in Gdo. Per ogni 100 euro spesi in prodotti confezionati di largo consumo nella distribuzione moderna, oltre 68 sono destinati al food & beverage, con un tasso annuo di crescita del 2,3% dal 2014.
Segno di una certa vitalità del settore, le referenze di alimentari confezionati e bevande presenti sugli scaffali sono 218.000 (+1,9% sul 2015), espressione di 13.500 marche presenti nella gdo (+1%), testimonianza di un panorama sempre più affollato, e dove innovare è fondamentale per emergere. E in consumi stanno cambiando: come emerso in maniera chiarissima, anche nel cibo si cerca sempre di più il “benessere”, e questo porta alla ricerca della qualità. Secondo Nomisma, per esempio, il consumatore italiano sembra sempre più consapevole delle sue scelte, e meno attratto dalle promozione, tanto che gli acquisti di prodotti civetta, nei primi 6 mesi del 2017, sono scesi del 30,6%, pur pesando ancora ben presenti nel carrello della spesa degli italiani, di cui valgono il 22%.
Cresce molto il biologico, tanto che ormai in Italia sono coltivati con questo metodo 1,8 milioni di ettari di terreni agricoli, e ben 22 catene della gdo hanno anche una linea di prodotti bio a marchio proprio. Ma, spiega MarkUp, iniziano ad essere ben presenti sugli scaffali anche i cosiddetti “novel food” a base di alghe o insetti e derivati.

Ma oltre alla qualità, alla tracciabilità, alla trasparenza, quando si parla di cibo, moltissimo, sulle scelte di acquisto, pesa e peserà anche il packaging. E su questo aspetto, i segnali sono chiari, secondo uno studio di Future Brand: le confezioni degli alimenti dovranno essere sempre più facili da aprire e chiudere, non richiedere particolari sforzi, anche di tempo, per essere smaltiti, dovranno essere sempre più green e con poca chimica, e soprattutto “low cost”, anche nella percezione del consumatore”.

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