Ad aprile, il conto degli Châteaux di Bordeaux in mano a proprietari e capitali cinese era arrivato a quota 143. Non è stato un boom, ma un trend lento quanto inesorabile, iniziato nel lontano 1997 e proseguito negli anni successivi con acquisti più o meno roboanti, per un giro d’affari di centinaia di milioni di euro. L’idillio, però, pare destinato, se non a finire, quantomeno a subire una sonora battuta d’arresto: nel mirino della Finanza francese, infatti, sono finiti i movimenti del gruppo finanziario cinese Haichang, controllato dall’uomo d’affari Naije Qu, una società commerciale e marittima con interessi in turismo ed agricoltura, e dopo anni di investigazioni e un’ipotesi di reato pesante come la frode fiscale, è scattato il sequestro per 10 aziende delle 24 aziende che la società con sede nella città portuale di Dalian ha acquistato negli anni, come riporta la stampa francese.
“Nella gestione di 10 Châteaux, abbiamo scoperto diversi reati fiscali: dal riciclaggio dei proventi di altre frodi fiscali alla falsificazione dei bilanci, tanto che nel secondo trimestre dell’anno, abbiamo sequestrato le aziende acquistate in modo fraudolento”, ha rivelato una fonte della polizia all’agenzia di stampa d’Oltralpe AFP - Agence France-Presse. Le indagini, come detto, partono da lontano, da quando nel 2014 il nome del gruppo di investimento era finito nel mirino di un’investigazione della finanza cinese, perché, come dichiarato dal National Audit Office (NAO) della Cina nel suo rapporto annuale, ad Haichang era stato concesso denaro pubblico dalle autorità statali per acquistare tecnologia straniera, usato invece per acquistare vigneti in Francia ...
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