Lo stato del vigneto mondiale, i numeri della produzione di uva e di vino, e ancora i consumi e gli scambi: lo stato dell’arte del mondo enoico, riassunto dai dati presentati al Congresso dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino dal direttore Jean-Marie Aurand, confermano la crescita della Cina come produttore di uva, l’arretramento delle superfici vitate e il sostanziale equilibrio del mercato, guidato ancora dagli Stati Uniti.
La dimensione del vigneto mondiale (indipendentemente dalla destinazione d’uso finale delle
uve, e comprese le vigne non ancora in produzione) nel 2017 si attesta a 7,53 milioni di ettari, in leggero calo sul 2016, con una perdita di 24.000 ettari. La Spagna rimane saldamente in testa per quanto riguarda le superfici coltivate, con 967.000 ettari, davanti alla Cina (870.000 ettari) e alla Francia (786.000 ettari), con la superficie viticola cinese che continua a crescere (+6.000 ettari tra il 2016 ed il 2017). Il vigneto comunitario, invece, riduce il suo tasso di erosione, e si dovrebbe stabilire a 3,3 milioni di ettari nel 2017.
La produzione mondiale di uva (destinata a qualsiasi uso) nel 2017 è stata invece di 73 milioni di tonnellate, con una tendenza alla crescita in atto ormai dal 2000 (+9%), nonostante la riduzione della superficie a vigneto, e questo può spiegarsi non solo con un aumento delle rese, ma anche con il continuo miglioramento delle tecniche viticole. La Cina, con 13,7 milioni di tonnellate, nel 2017 si è confermato primo produttore (19% della produzione mondiale di uva), seguita dall’Italia (6,9 milioni di tonnellate), dagli Stati Uniti (6,7 milioni di tonnellate) e dalla Francia (5,5 milioni di tonnellate).
La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2018 dovrebbe attestarsi invece sui 279 milioni di ettolitri, segnando un aumento del 13% sul 2017, una delle più alte dal 2000, dato ancor più contundente dopo l’annata 2017, segnata da condizioni climatiche difficili di cui hanno risentito le produzioni di molti Paesi, tanto che il dato della produzione del 2017 è ancora provvisorio e più volte rivisto al ribasso. Tornando alla 2018, l’Italia (48,5 milioni di ettolitri) si conferma primo produttore mondiale, seguita dalla Francia (46,4 milioni di ettolitri) e dalla Spagna (40,9 milioni di ettolitri). Il livello di produzione rimane alto negli Stati Uniti (23,9 milioni di ettolitri), ed in Sud America le produzioni aumentano in modo significativo: dall’Argentina (14,5 milioni di ettolitri) al Cile (12,9 milioni di ettolitri), fino al Brasile (3,4 milioni di ettolitri). Infine, il Sudafrica (9,4 milioni di ettolitri), che ha invece sofferto per una sfavorevole siccità.
I dati aggregati disponibili mostrano quindi una leggera crescita del consumo mondiale nel 2017, stimato in circa 244 milioni di ettolitri, con i Paesi tradizionalmente consumatori che proseguono la loro recessione (o stagnazione), a favore dei nuovi poli di consumo. Il periodo compreso tra il 2000 e il 2017 è stato caratterizzato da uno spostamento del consumo di vino, consumato sempre più spesso al di fuori del paese di produzione. Gli Stati Uniti, con 32,6 milioni di ettolitri, si confermano i maggiori consumatori mondiali dal 2011, seguiti da Francia (27,0 milioni di ettolitri), Italia (22,6 milioni di ettolitri), Germania (20,1 milioni di ettolitri) e Cina (17,9 milioni di ettolitri). In termini di scambi, infine, a livello mondiale sono cresciuti del +3,4% in volume (a quota 108 milioni di ettolitri) e del +4,8% in valore sul 2016, attestandosi a 30 miliardi di euro.
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