Molte cose hanno in comune il ciclismo e la cucina. Tutto, ad esempio, si gioca in una questione di secondi, tra una tappa da vincere e un piatto da eseguire alla perfezione. Certo, là dove il tempo è un minimo comun divisore, il furore agonistico e lo sforzo atletico sono altrimenti differenziali. Il primo è lo sport che fa alzare gli italiani da tavola per assistere alle corse rocambolesche lungo le tappe a macinar chilometri, l’altra è una “virtù” ed uno orgoglio nazionale che si consuma davanti ad un piatto fumante e ricco di tradizione. Nel segno della commistione tra ciclismo e cucina, si celebrerà, con una cena in suo onore, il “Campionissimo” Fausto Coppi. Nel centenario dell’atleta piemontese, un menù speciale, metaforicamente, ripercorrerà le tappe della sua straordinaria carriera, nella “Cena de LaMITICA del Centenario”, il 29 giugno 2019 a Castellania, paese natio del Coppi nazionale.
Non solo una carriera straordinaria. Quella di Fausto Coppi è una vita da romanzo, più che altro romantica, d’altri tempi degna d’esser rappresentata dalle foto in bianco e nero. Se ne perdono infatti i dettagli a favore di un alone di leggenda che ne tratteggia dettagli fiabeschi, e risvolti mitologici. L’esordio in sella alla bicicletta come garzone di salumeria a Novi Ligure, notato dal già massaggiatore di Girardengo e Guerra. Il supporto di un fisico longilineo, dalle leve lunghe e un’ampia cassa toracica con un perfetto battito cardiaco, come un orologio a pendolo presente nelle discrete case piemontesi e liguri che, come fattorino Fausto avrà visto rintoccare.
“I vincenti si riconoscono alla partenza”, recita Robert De Niro, alias Noodles, in C’era Una Volta in America, e Fausto corre veloce all’esordio nella scuderia Legnano, quella di Gino Bartali. Corre così veloce che nel 1940, a soli 20 anni, conquista la sua prima Maglia Rosa. E non smettere di vincere, collezionando 5 vittorie al Giro di Italia. Seguiranno due Maillots Jaunes al Tour de France e tre vittorie alla Milano-San Remo. Una carriera ricca di trionfi, ma anche infortuni, tragedie come la perdita del fratello Serse anch’esso ciclista e deceduto in seguito ad un infortunio rimediato in gara, fratture alla clavicola, ed infine la storia che dalla Maglia Rosa, ha portato il nome di Coppi sulla cronaca rosa. La relazione extraconiugale, da parte di entrambi, con Giulia Occhini, in arte La Dama Bianca. Una morte prematura porrà fine alla sua straordinaria vita, consumata in soli 40 anni di età, nel 1960. Una febbre altissima dovuta alla malaria rimediata in Africa lo porterà via dal nostro mondo di ‘comuni mortali’.
Il Menù de “La Cena de LaMITICA” dal titolo “Il Rosa, il Giallo, l’Arcobaleno. Tutti i colori delle mitiche vittorie” ripercorre le tappe della vita di Fausto Coppi con un aperitivo dedicato al suo esordio. La prima portata è dedicata alla prima corsa che Fausto ha sostenuto da professionista, 1 Luglio 1937, il Circuito della Boffalora, simbolicamente rappresentata da un Agnolotto allo Stufato, preparato dal Ristorante Montecarlo di Tortona. Si continua con il piatto dedicato alle tre vittorie della Milano-San Remo con un Risotto allo Zafferano, petali di topinambur e fiori di salvia, eseguito dall’Osteria La Rava e La Fava di Sarezzano. Il piatto che celebra le cinque vittorie in Maglia Rosa, al Giro d’Italia, invece è una tradizionale piemontese, Arista Tonnata al Punto Rosa, del ristorante Foresteria La Merlina Ca’Bellaria Dernice. Ed infine, in onore dei due successi di Coppi al Tour de France, un dolce Non Solo Pesche e la Piccola Pasticceria del Ristorante Anna Ghisolfi di Tortona. Il tutto è accompagnato da un ricco assortimento di vini delle aziende Battegazzore, Ezio Poggio, La Colombera, Vigneti Boveri Giacomo, Vigneti Massa, Vigneti Repetto.
Con leggenda di un grande campione come Fausto Coppi, che rimane viva nel patrimonio immaginifico e culturale italiano, celebra da una delle migliori eccellenze italiane, come la cucina.
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