Quando si fa la spesa, davanti agli occhi ci ritroviamo solo il risultato di un lungo processo di produzione, dalla raccolta e la lavorazione delle materie prime fino al packaging e al trasporto. E capita, purtroppo, che proprio nella parte che non si vede di un prodotto, si nasconda un lato oscuro. Come denuncia la Coldiretti, nella Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, istituita oggi dall’Organizzazione Internazionale del lavoro, sulla base di dati che arrivano dal Dipartimento del lavoro Usa, sono molti gli alimenti coltivati o allevati nei diversi continenti con lo sfruttamento del lavoro minorile, che arrivano anche in Italia per effetto di una globalizzazione senza regole, dalle nocciole e dagli agrumi della Turchia ai fagioli, alle cipolle e alle zucchine dal Messico, dal caffè della Columbia a quello dal Costa Rica, fino al pesce del Kenya. In realtà l’Unione Europea, sottolinea la Coldiretti, non solo lascia entrare senza ostacoli sul proprio mercato prodotti alimentari ottenuti dallo sfruttamento dei bambini, ma in alcuni casi li agevola attraverso accordi commerciali preferenziali. Si tratta di un comportamento che dietro l’obiettivo del libero commercio nasconde spesso, precisa la Coldiretti, interessi economici che speculano sul lavoro anche minorile.
Gli accordi commerciali che ha stilato l’Unione Europea, hanno avuto come effetto collaterale, continua la Coldiretti, quello di favorire l’importazione agevolata anche in Italia di prodotti agroalimentari che sono ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile, dal riso del Vietnam ai fiori dell’Equador, ultimo dei quali è quello che la Ue sta per siglare con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) su alcuni dei quali gravano pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per sfruttamento del lavoro minorile.
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