Nessun esubero e chiusura. Lo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure è salvo e la storia di un nome tra i più antichi del cioccolato italiano e tra i simboli dell’industria dolciaria piemontese continua nel Belpaese. Esulta il vicepremier Luigi Di Maio sottolineando come “la crisi è nata sotto questo governo ed è stata risolta in tempi record. Non ci saranno esuberi e, come ho sempre detto, chi lavora per un marchio e lo rende grande nel mondo non può essere licenziato”. La notizia arriva al termine del tavolo odierno presieduto dallo stesso Di Maio alla presenza dei rappresentanti delle aziende coinvolte, l’advisor Sernet, i sindacati e gli enti locali. Nel corso della riunione sono stati presentati gli accordi siglati tra le parti che gettano le basi per il mantenimento delle produzioni a Novi Ligure e la salvaguardia dei dipendenti.
Il lavoro degli ultimi mesi portato avanti dall’advisor e dal Ministero ha dato i suoi frutti con l’individuazione di due nuovi investitori. Sono, come si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo Economico, la cooperativa torinese Spes che rileverà il ramo d’azienda che produce il cioccolato e il torrone e l’imprenditore Giordano Emendatori che rileverà il ramo relativo ai preparati per i gelati. L’accordo, ricorda il Mise, “è stato raggiunto a meno di un anno di distanza dall’annuncio da parte della proprietà turca Toksoz di voler fermare le attività del sito piemontese, mettendo a rischio il futuro dei lavoratori”. Il closing per i due accordi, ha annunciato la Pernigotti che resterà titolare del marchio “Pernigotti 1860” , “è previsto entro la fine di settembre”. Intanto, già dal 23 luglio, l’azienda ha ripreso la produzione per la campagna commerciale in vista del Natale, richiamando al lavoro 110 lavoratori, tra dipendenti in Cassa Integrazione e somministrati.
Dai sindacati c’è soddisfazione anche se la parola fine a questa vicenda non è ancora arrivata. L’incontro di oggi, “ha finalmente permesso di avviare il giusto percorso per il salvataggio industriale dello stabilimento di Novi Ligure, per i quali le lavoratrici e i lavoratori hanno lottato per quasi un anno: abbiamo toccato con mano ipotesi concrete e soluzioni utili per dare prospettive all’occupazione”.
Questo il commento congiunto del segretario nazionale della Fai Cisl Roberto Benaglia e del segretario della Fai Cisl Alessandria-Asti Enzo Medicina: “la produzione resterà a Novi Ligure. Oggi non si può ancora dire che la Pernigotti sia salva, ma certamente è stato compiuto il primo passo per andare nella direzione dell’occupazione di tutti gli addetti sul territorio, e a breve ci saranno incontri di sito e al Mise per gestire questi passaggi delicati”. Anche la Regione Piemonte ha accolto con favore la notizia ribadendo che continuerà a seguire con attenzione i prossimi step: “oggi è stato fatto un passo avanti importante per il Piemonte ma anche per l’Italia - hanno detto il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore al Lavoro Elena Chiorino - perché marchi storici come Pernigotti sono un patrimonio nazionale e un simbolo di quel Made in Italy che è nostro dovere tutelare. Per questo è molto importante che siano due realtà italiane, e una piemontese in particolare, a dare una nuova speranza per il futuro di Pernigotti. La Regione ha fatto la sua parte e continuerà a presidiare, vigilando fino a quando questo accordo preliminare non sarà definitivo”.
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