Come ogni anno, la presentazione della Guida Michelin porta con sé tante novità, felici, come il nuovo tre stelle, Enrico Bartolini, con il Mudec di Milano, e meno felici, come la bocciatura riservata nell'edizione 2020 della “rossa” a Gianfranco Vissani, tra i fornelli senza grossi dubbi uno dei padri nobili della cucina italiana, che ha visto il suo ristorante di Baschi (Terni), passare dopo tanti anni da due ad una stella, e come successo di recente a chef importanti come Carlo Cracco e Davide Scabin e, ormai qualche anno fa, al padre nobile della cucina italiana moderna, Gualtiero Marchesi, ricordato, nel suo duro, quanto comprensibile, sfogo, dallo stesso Vissani. “Per loro è un gioco, per noi no - ha reagito lo chef umbro, star in cucina come sul piccolo schermo -, ma a questo punto ce le potevano togliere entrambe, no? La Michelin è una vergogna italiana, un discorso solo commerciale. Aveva ragione Gualtiero Marchesi: ma da chi siamo giudicati? Bisognerebbe chiedersi chi è in grado di giudicare un ristorante oggi. Io dico solo che il mio è pieno e funziona, mi basta questo. Non voglio confrontarmi con altri chef, né essere giudicato da ispettori messi in piazza dai francesi”.
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