Veloce, preferibilmente sano e, se possibile, da consumarsi nella mensa aziendale. La fotografia delle abitudini della pausa pranzo di lavoratori e studenti è stata scattata da Nomisma per l’Osservatorio Buona Pausa Pranzo di Cirfood, una delle maggiori imprese italiane attive nella ristorazione e nel welfare alle aziende. L’indagine, su un campione di 1.200 interviste coinvolgendo lavoratori e studenti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, sottolinea un sostanziale addio degli italiani alla famosa “ora di pranzo”, perché il break prima di ricominciare la propria attività difficilmente dura più di 40 minuti. Ma attenzione perché rapidità non fa rima con superficialità nell’alimentazione: gli italiani hanno virato sui pasti leggeri (38%), naturali e/o bio (34%) con poche calorie (23%). Via libera a scelte “light” orientate al benessere e poi più proteine e meno carboidrati con un’impennata di consenso per le proposte ipocaloriche. Si registra anche un alto gradimento per la ristorazione aziendale che ha pure il merito di far allungare i tempi della pausa. Fotografia diversa, invece, per gli studenti: la maggior parte, cioè il 75%, mangia soprattutto a casa, ma è comunque alta la percentuale di chi afferma di consumare per 2-3 volte alla settimana il pasto sul luogo di studio. Per quanto riguarda i lavoratori, il 43% dichiara di pranzare in ufficio almeno 2-3 volte alla settimana, mentre il 45% rientra a casa.
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