La cucina e la gastronomia, da che mondo è mondo, sono uno straordinario veicolo di incontro tra culture, e forse mai come oggi, dietro ad una straordinaria, e per certi versi eccessiva, vivacità mediatica, la condivisione di tecniche, materie prime, frontiere, tra chef di ogni angolo del mondo è stata tanto ricca. Anche, se non soprattutto, grazie ad appuntamenti e congressi di gastronomia capaci di fare incontrare centinaia di cuochi ed esperti, come “Madrid Fusión” 2020, che porta, nella capitale spagnola, dal 13 al 15 gennaio, i protagonisti della gastronomia mondiale: cuochi, ma anche pasticceri, panettieri, barman, enologi e sommelier, che si confronteranno per tre giorni sui grandi temi della cucina essenziale, semplice, capace di prescindere dal superfluo, ma anche dell’intelligenza artificiale, del neuro marketing applicato alla tavola, del ruolo dei mercati di città e di Instagram e di tanto altro. Sul palco, nomi illustri come quelli di Koji Kimura (Restorante Kimura, Tokio), Isabella Potí e Floriano Pellegrino (Ristorante Bros, Lecce), Ivan y Sergey Berezutsky (Twins Garden, Mosca), Ángel León (Aponiente), Andoni Aduriz (Mugaritz), Josean Alija (Nerua Guggenheim), Albert Adrià (Enigma), Jeremy Chan (Ikoyi, Londra), Sergio Bastard (Cantabria), Pedro Sánchez (Bagá), Kobus Van der Merve (Wolgat, Città del Capo) e, soprattutto, Niko Romito, chef tre stelle Michelin del Reale di Castel di Sangro, che verrà premiato con il “Premio Cocinero del Año en Europa”, il riconoscimento al miglior cuoco dell’anno del Vecchio Continente, per aver scommesso su uno stile gastronomico dedito alla ricerca dell’essenziale, una cucina, si legge nella motivazione “pura e assoluta dove il fondamentale e l’equilibrio dei sapori sono la chiave”.
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