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IL FESTIVAL “ENOGASTRONOMICO”

Popolare, chiacchierato, a volte trash, ma attesissimo, a Sanremo tutto fa spettacolo. Anche il cibo

WineNews (per la prima volta) on the road verso il Teatro Ariston. La colonna sonora? Le hit che “cantano” di vino. Sul palco anche la cucina stellata

Popolare, chiacchierato, a volte un po’ trash e caciarone, ma attesissimo, perché tutto fa spettacolo, anche il cibo, Sanremo è lo specchio dell’Italia, si sa. Di quell’Italia che ama cantare di vizi & virtù “E ancora adesso che gioco a carte/E bevo vino/Per la gente del porto mi chiamo Gesù bambino” come Dalla (Sanremo 1971), di Gianna, radical chic, che “aveva un fiuto eccezionale per il tartufo” insieme a Rino Gaetano (Sanremo 1978) e di come, alla fin fine per Albano e Romina e per tutti noi - italiani - la Felicità non è che “un bicchiere di vino con un panino” (a Sanremo 1982, con il cantante vignerons per eccellenza superospite stasera, ndr). E che spesso lo fa proprio davanti ad un calice di vino, di certo dopo una tavolata in compagnia, magari proprio con lo sguardo incollato alla tivvù, perché da stasera inizia: c’è Sanremo. Il più celebre tra i Festival, dedicato alla canzone italiana su “mamma Rai”, come ce lo hanno descritto da sempre, di generazione in generazione, e come oggi lo racconta anche WineNews, per la prima volta, on the road verso il Teatro Ariston, aspettando che il sipario si alzi sull’edizione n. 70.
Destinazione, la Città dei Fiori, simbolo di quella produzione florovivaistica che, non a caso, è un settore importante dell’agricoltura italiana, e che, sulle note di “Fragole e cappellini” di Claudio Villa e “Caffé nero bollente” di Fiorella Mannoia (per inciso, il primo a portare il caffè a Sanremo è Fred Bongusto, nel 1967, sottolinea il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, con “Spaghetti a Detroit”: “Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè, a malapena riesco a mandar giù”), cantando “Vivi così tra boutiques e caffé/mangi roast beef/bevi solo frappé/Ma perchè?” come Modugno e - d’obbligo a squarciagola - “E poi ci troveremo come le stars/A bere del whisky al Roxy bar” insieme a Vasco, ci dà il là per parlare di un Sanremo tra i primi Festival enogastronomici della storia. Tanto che, dalle stelle della musica a quelle dell’alta cucina, mentre sul palco saliranno Amadeus e i cantanti in gara, giovani da talent come Achille Lauro (che, tra le altre, canterà “St’amore è panna montata al veleno” in “Me ne frego”), Anastasio, Elodie & Co, e nomi noti, da Pelù a Irene Grandi, da Gabbani a Masini, da Tosca a Rita Pavone, ma anche ospiti come Roberto Begnini e Fiorello, nei piatti ci sarà anche la cucina stellata, con lo chef Emanuele Scarello, due stelle Michelin al ristorante Agli Amici dal 1887 ad Udine, ai fornelli, stasera nella primaserata, per un menu con specialità ed eccellenze dell’enogastronomia, accompagnate da grandi vini, in arrivo dal Friuli, partner del Festival con la “regia” di PromoTurismoFVG, al Roof Restaurant a Casa Sanremo. Un territorio-simbolo del wine&food italiano e del suo successo nel mondo, che, in fondo in fondo, non è solo “La Terra dei Cachi”, per dirla come Elio.

Ps. “Pescando” nel paniere dei successi di Sanremo, dicono che gli antesignani “enogastromusicali” sono stati il Duo Fasano con Togliani con “Al mercato di Pizzighettone”, ma c’è anche Nilla Pizzi con “Papaveri e Papere” e la “Patatina” di Wilma De Angelis, “Il babà è una cosa seria” di Marisa Laurito, “La paranza” di Daniele Silvestri, “Il bosco delle fragole” di Tricarico e i “7.000 caffè” di Alex Britti, dopo quelli cantati da Battisti in “Anna” e Gianna Nannini in “Un ragazzo come te”, con caffè parola che ricorre più spesso nelle canzoni sanremesi. E senza dimenticare riferimenti all’agricoltura e al suo mondo, come “Voglio andare a vivere in campagna” di Toto Cotugno, nel “Grande Sud” di Edoardo Bennato o in “Vado a lavorare” del grande Gianni Morandi, o, ancora, tornando da dove siamo partiti in questo viaggio alla giovane Emma Marrone che cantando “un po’ di vino e un poco di mangiare” in “Non è l’inferno” vinceva il Festival nel 2012.

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