“L’attività degli operatori addetti al trasporto è un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può entrare ed uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno di essi, limitatamente all’esigenza di consegna o prelievo degli stessi prodotti”. Insomma, le merci, comprese ovviamente i generi alimentari, che, come ribadito più volto, no sono portatori e diffusori del Coronavirus, non si fermano. A chiarirlo è il Ministero delle Politiche Agricole, dopo i dubbi sollevati da più parti dopo il decreto del Governo di ieri che, tra le altre misure, prevede di “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo (ovvero tutta la Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, ndr) nonchè all'interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”.
“In attesa delle, auspicabilmente rapide, Linee Guida sulla movimentazione delle merci, in relazione all’articolo 1 del Dpcm8 marzo 2020 e alle numerose richieste giunte nelle ultime ore dalle Associazioni di categoria del settore agroalimentare al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero chiarisce che i prodotti agroalimentari possono entrare e uscire dai territori interessati”, spiega in una nota il dicastero guidato da Teresa Bellanova. Un chiarimento importante in ogni senso, visto che i territori delle Lombardia, della Pianura Padana e della Food Valley Emiliana, sono tra i maggiori produttori di cibo del Belpaese.
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