L’emergenza Coronavirus ha fatto riscoprire il valore della terra. E chissà se riuscirà ad invertire il trend, in voga negli ultimi decenni, che ha visto prevalere la cementificazione nei confronti delle coltivazioni. Secondo un’analisi Coldiretti negli ultimi 25 anni la superficie agricola utilizzabile in Italia si è fermata a 12,8 milioni di ettari con un crollo del 28%. “Un modello di sviluppo sbagliato” ha rimarcato Coldiretti per la “Giornata mondiale della terra” n. 50, domani, e che porta almeno ad una riflessione in queste settimane in cui “l’emergenza Coronavirus ha fatto emergere la centralità dell’agricoltura per garantire le forniture alimentari alle popolazione”. La pandemia sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori con i raccolti dei campi elevati in tutto il mondo a vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare. “I giacimenti di idrocarburi del sottosuolo hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo” è l’esempio di Coldiretti che aggiunge come “l’aumento del valore del grano, che è il prodotto più rappresentativo dell’alimentazione nei Paesi occidentali, è solo la punta dell’iceberg delle tensioni che si registrano a livello internazionale sul cibo. La Russia infatti ha deciso di limitare le esportazioni di grano, mentre il Kazakistan, uno dei maggiori venditori mondiali di questo cereale, le ha addirittura vietate. Si tratta di scelte che dimostrano come i governi si stiano concentrando sull’alimentazione delle proprie popolazioni mentre il virus interrompe le catene di approvvigionamento in tutto il mondo con timori di una crisi alimentare globale”.
L’Italia comunque si difende e può ancora oggi contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi: dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli oltre alla leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi. Una qualità che si traduce in un valore economico importante. “In gioco - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - c’è una filiera allargata che in Italia, dai campi agli scaffali, vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati”.
Come misura per salvare il settore Coldiretti ha proposto “il piano Marshall per l’agroalimentare” che ha bisogno di una massiccia iniezione di liquidità. Quello che secondo l'associazione è necessario è “una decisa inversione di tendenza per valorizzare il patrimonio agroalimentare nazionale e fermare il consumo di suolo per assicurare al paese la sovranità alimentare in un momento in cui si assiste ad una preoccupante frenata degli scambi internazionali e all’emergere di nuovi protezionismi e guerre commerciali”. Un messaggio arriva anche dai giovani che hanno lanciato l’hashtag della Coldiretti #miprendocuradite per i 50 anni della giornata della Terra.
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