In attesa di chiarezza sulle misure per la “Fase 2” che saranno varate dal Governo, alcune Regioni, nel rispetto delle competenze e con il dogma condivisibile della sicurezza per la salute pubblica in testa, non stanno a guardare, e anticipano i tempi. Come hanno fatto la Regione Toscana, guidata da Enrico Rossi, e la Campania di Vincenzo De Luca che, con due ordinanze simili in poche ore, sul fronte di una ristorazione messa in ginocchio dal “lockdown”, hanno dato il via libera, per tutti, alla possibilità di lavorare con l’asporto. Rendendo operativa, con senso pratico, una misura che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere estesa a livello nazionale dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, atteso a giorni. Una misura che, insieme alla sospensione dei tributi, alla moratoria sugli affitti e non solo, è una di quelle più caldeggiate dalla Fipe/Confcommercio, che da tempo denuncia i danni colossali per il settore (si parla di una perdita di 30 miliardi di euro a fine anno).
“Accogliamo con favore l’ordinanza 41 firmata dal presidente della Toscana Enrico Rossi, che permette a ristoranti e alle altre imprese della somministrazione della regione di Rornare a vendere d’asporto. Il take away - commentano Fipe/Confcommercio e Fiepet Confesercenti, le principali organizzazioni di rappresentanza delle imprese della somministrazione in Italia - è la soluzione più efficace per far ripartire ristoranti, bar e locali nella sicurezza di tutti, dipendenti e clienti. Per questo chiediamo che la possibilità prevista in Toscana sia estesa in tutta Italia. Nella fase di riapertura di fabbriche e uffici, la consumazione al di fuori dei locali svolgerà ancora un ruolo cruciale. La consegna a domicilio, però, non basta. È fondamentale dunque che ristoranti e bar possano riprendere anche la vendita d’asporto, per garantire il servizio con maggior sicurezza, visto che il take away riduce drasticamente il rischio di assembramenti. Non a caso, la facoltà di vendita d’asporto è già concessa in molti importanti Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Svizzera, Turchia e Olanda. L’Italia dovrebbe rapidamente adeguarsi per il beneficio di tutti, imprese e cittadini”.
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