La rivincita dei negozi di quartiere. Sovente snobbati a favore della Gdo, utilizzati spesso e volentieri soltanto per le piccole necessità, hanno trovato una “seconda vita” dopo che l’emergenza sanitaria in corso ha limitato gli spostamenti costringendo molti a rimandare l’appuntamento con l’ipermercato. E il negozio dietro l’angolo è tornato così ad essere una risorsa perché fa saltare la coda ma anche riscoprire un modo “antico” di fare la spesa. I cosiddetti negozi di vicinato sono oggi più importanti che mai per il loro prezioso servizio alla comunità: non a caso in molti si sono attrezzati con il servizio a domicilio. Ma il loro ritorno alla centralità è stato spinto anche dalle nuove tecnologie. D’altronde la spesa online all’interno dello stesso Comune ha visto un vero e proprio boom nelle ultime settimane arrivando a toccare cifre da capogiro: Nielsen ha registrato nella sola settimana di Pasqua un incremento del 178,1%. Rimaneva però il problema di collegare i piccoli negozi con le persone a casa, gestire gli ordini, i pagamenti e le consegne. Ad aiutare i piccoli negozianti e i consumatori è stato Ivan Laffranchi, programmatore e imprenditore digitale, che per far fronte all’emergenza legata al Covid-19 ha creato un servizio per dare un sostegno ai negozi “smart” ad organizzarsi per la spesa online. È nata così SpesaRossa.it, la piattaforma italiana per la spesa online locale che, in piena emergenza da Covid-19, ha raccolto centinaia di ordini in poche settimane dall’inizio delle attività. Laffranchi ha messo in piedi questa idea in sole 48 ore e dopo il forte interesse riscosso sin dalla “prima versione di emergenza”, che ha visto picchi di oltre 1.000 utenti al giorno, SpesaRossa ha adesso rilasciato una seconda versione in grado di valorizzare maggiormente i prodotti dei negozianti, servire un traffico ancora più importante e raccogliere recensioni certificate sulla qualità dei prodotti.
Il servizio nato inizialmente a Torino ora si sta rapidamente espandendo in altre città come Bologna e Napoli. Per Laffranchi il successo della piattaforma è legato alla facilità di utilizzo sia per il negoziante che per il cliente: “Il negoziante è in grado di raccogliere il primo ordine in meno di tre minuti, mentre il consumatore può fare ordini senza mail e senza alcuna registrazione. La piattaforma è nata per aiutare i negozianti ad affrontare la grave crisi attraverso una rapida digital transformation. Sulla piattaforma sono presenti macellerie, negozi alimentari, banchi ambulanti di prodotti per la casa, pescherie, pasticcerie, produttori di birre artigianali, gastronomie, ristoranti e vivai che ogni giorno ricevono ordini dai loro clienti abituali e da nuovi clienti”.
Il founder di SpesaRossa.it non nasconde le proprie ambizioni, forte dei numeri che già comprendono 70 negozi attivi con una crescita organica giornaliera del 5% e decine di ordini gestiti ogni giorno, con un tempo medio di presa in carico dell’ordine di 52 minuti. Si può ordinare h24 per poi recensire l’ordine ricevuto dopo 1 ora. “Da un progetto di emergenza per aiutare i negozianti potrebbe essere nata la risposta dei piccoli commercianti locali per far fronte alla concorrenza dei grandi marketplace come Amazon”. Ma solo quando l’emergenza finirà capiremo se il ritorno alla bottega sarà un fenomeno duraturo o soltanto una tappa provvisoria spinta dalle necessità.
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