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ITALIA

Gli Assessori all’Agricoltura di sette Regioni scrivono al Ministro Bellanova: “servono i voucher”

Giuseppe Pan: “uno strumento semplificato e tracciabile per pagare nella legalità prestazioni occasionali, ma non sporadiche”
AGRICOLTURA, BELLANOVA, REGIONI, VOUCHER, Non Solo Vino
Agricoltura, sette regioni chiedono la reintroduzione dei voucher

Manca la forza lavoro nelle campagne e il rischio che frutta e verdura restino abbandonati nei campi è più che concreto. La politica si muove per salvare il salvabile e agli Assessori Regionali all’Agricoltura di Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Abruzzo e Basilicata, mandano un messaggio all’unisono al Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, per chiedere interventi urgenti del Governo legati alla carenza di manodopera agricola. Una lettera che ribadisce, in primis, la necessità del ritorno dei voucher.“Il ministro Bellanova continua ad affermare l’idea di regolarizzare 600.000 stranieri per lavorare in agricoltura. Una proposta che non risponde alle esigenze di stagionalità del mondo agricolo e che finirà per aumentare l’area grigia e illegale del caporalato”.
L’Assessore della Regione Veneto, Giuseppe Pan, sottolinea, infatti, la necessità di dare la possibilità di integrare i loro sussidi a cassaintegrati, disoccupati, studenti e pensionati, che hanno voglia di impegnarsi lavorando nei campi. “L’emergenza Covid-19 può, anche in questo settore, percorrere - spiega Pan - nuovi canali ed inserire strumenti normativi e di supporto al reddito delle famiglie e dei soggetti presenti sul nostro territorio. Per fare questo servono i voucher: uno strumento semplificato e tracciabile per pagare nella legalità prestazioni occasionali, ma non sporadiche. Senza i voucher le imprese non assumeranno né i percettori di reddito di cittadinanza (ammesso che chi già riceve un sussidio statale senza far nulla intenda faticare nei campi per “arrotondare” l’assegno), né eventuali lavoratori stranieri con permesso di soggiorno, che finiranno per continuare ad alimentare il lavoro nero”.

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