La pandemia ha sconvolto il mondo e sparigliato le carte, portando con sé, oltre alla crisi economica, la quasi impossibilità di viaggiare liberamente fuori dai confini italiani in giro per il mondo, come eravamo abituati a fare ormai da decenni. E allora, quest’anno, chi potrà spostarsi per una vacanza, anche breve, secondo i dati di Enit- Agenzia Nazionale Turismo, sceglierà il Belpaese (il 47,5% degli italiani che partiranno per le vacanze resterà in Italia anche per piccoli spostamenti), con Puglia (12,4%), Sicilia (11%), Toscana (10,6%), Trentino-Alto Adige (7,2%) e Sardegna (6,5%) come mete più gettonate. Luoghi dal fascino e dalla bellezza indiscutibili e, come qualsiasi angolo d’Italia, ricchi di eccellenze e tipicità gastronomiche, che non sono solo buone, ma anche amiche dell’ambiente. Dalle Friselle alle sarde alla beccafico, passando per la pappa al pomodoro, anche ciò che portiamo nel piatto, a casa ed in vacanza, può rivelarsi più o meno sostenibile. Come ricorda la Fondazione Barilla, infatti, la produzione di cibo è l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (fino al 37%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%).
Ed è proprio dal rapporto tra “buono” e “sostenibile” che nasce il progetto “Su-Eatable Life”, che ha portato nelle mense di Università e aziende, in Italia e Uk, già a partire da febbraio, alcuni menù realizzati con ingredienti a basso impatto ambientale. Un’iniziativa che, nonostante l’emergenza sanitaria, ha già raggiunto risultati significativi, permettendo ad ogni utente che sceglieva i piatti sostenibili di risparmiare in media mezzo chilogrammo di CO2, equivalente e 390 litri di acqua (virtuale) a pasto, rispetto a quelli che in media si preparano a casa.
“Col progetto “Su-Eatable Life” abbiamo avuto la conferma che, migliorando le abitudini alimentari, gli italiani potrebbero risparmiare 14 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno, pari al 25% di tutta la CO2 risparmiata usando fonti rinnovabili per produrre energia o alle emissioni prodotte da un volo aereo con 200 passeggeri a bordo che compia più di 16.000 viaggi intorno al mondo, e circa 11 miliardi di metri cubi di impronta idrica comparabile alla metà del volume idrico del lago di Como”, commenta Marta Antonelli, direttore Ricerca di Fondazione Barilla. “Su-Eatable Life ci insegna che è possibile portare in tavola ricette gustose, prodotte senza alterare e consumare risorse naturali in eccesso, mantenendoci in salute. Per mangiare sano, nel rispetto del Pianeta, possiamo scegliere alcuni dei piatti della nostra cucina tradizionale. Le vacanze ci portano a cucinare di più in casa e, per chi partirà, a visitare tante splendide regioni, perché non partire proprio da lì - conclude Marta Antonelli - per puntare su piatti tipici che siano sani e rispettosi delle risorse naturali e degli ecosistemi?”.
Focus - Fondazione Barilla: i piatti della tradizione da provare far bene alla nostra salute e a quella del Pianeta
I primi tre mesi di sperimentazione del progetto “Su-Eatable Life” hanno dimostrato che nelle mense coinvolte in media si è mangiato più sostenibile sia perché l’offerta era attenta all’ambiente, sia perché, facendo informazione mirata, le persone hanno potuto orientarsi verso i cibi più “sostenibili”. Questo vuol dire che anche in vacanza è possibile seguire gli stessi principi: essere curiosi delle abitudini alimentari degli altri e imparare a riconoscere il valore, per la salute e per l’ambiente, dei piatti che ci si appresta a gustare. Per aiutare gli italiani in una scelta consapevole, Fondazione Barilla, insieme allo chef Roberto Bassi, ha identificato 5 ricette della tradizione locale analizzandole dal punto di vista del loro impatto sulla nostra salute e su quella del Pianeta
Friselle Pugliesi al Pomodoro: simbolo dell’estate per eccellenza, le friselle al pomodoro sono un must in tutta Italia. Eppure, in Puglia è possibile assaggiarle nella loro "versione originale” condite con pomodoro a km 0 e con le verdure tipiche del territorio come i caroselli (cugini dei cetrioli) o le olive. Una porzione di friselle al pomodoro contiene appena 223 calorie e ha una sostenibilità ambientale molto alta visto che i suoi ingredienti pesano in termini ambientali solo 167 litri di impronta idrica e 64g di CO2 equivalente. Per migliorare ulteriormente il valore nutrizionale, si può usare il basilico (o altre erbe aromatiche) che insaporisce i piatti e permette di ridurre la quantità di sale nella preparazione, senza rinunciare al gusto.
Sarde alla Beccafico in Sicilia: con un impatto ambientale bassissimo (278 litri di acqua virtuale e 193 g di CO2 equivalente a porzione) e 426 calorie, le sarde alla beccafico rappresentano il piatto che accomuna le tradizioni culinarie siciliane da est a ovest. Pinoli, pane grattugiato, uva sultanina, spezie varie e l’immancabile sarda sapranno immergere i viaggiatori nel pot-pourri di odori e sapori tipici della trinacria. Il valore aggiunto del piatto è dato dalle sarde che forniscono proteine ad alto valore biologico e sono ricche di omega 3, importanti nella riduzione della pressione arteriosa e nel prevenire malattie cardiovascolari. Le verdure fresche possono completare il piatto senza alterarne significativamente l’impatto ambientale.
Pappa al Pomodoro dalla Toscana: classico esempio di piatto tipico realizzato con ingredienti poveri. È un piatto che sa bilanciare attenzione alla linea e alla salute del Pianeta, visto che una porzione di pappa contiene 49g di carboidrati (per un totale di 321 calorie), ha un’impronta idrica di soli 228 litri d’acqua e un’emissione di CO2 equivalenti di 155g. A questo si aggiunge che il licopene, sostanza presente nella buccia e semi dei pomodori, ha delle spiccate proprietà antiossidanti. La pappa al pomodoro è anche uno stratagemma in cucina per combattere lo spreco alimentare, visto che può essere preparata facilmente con il pane raffermo del giorno precedente.
Stragolapreti Burro e Salvia del Trentino: è tra le vette d’Italia che la cucina regionale si fa più corposa, ma anche tra i piatti tipici della cucina trentina, possiamo trovare ricette gustose e sostenibili. Ne sono un esempio gli strangolapreti: si tratta di un vero e proprio pasto completo grazie a ingredienti semplici come farina (carboidrati), spinaci (fibre/verdure) e burro (grassi) la cui realizzazione implica l’emissione di 604g di CO2 equivalente e un’impronta idrica di 640 litri di acqua. La vitamina K e le altre vitamine liposolubili presenti in abbondanza negli spinaci sono assorbite dal nostro organismo grazie ai grassi da condimento presenti nella ricetta rendendo questo piatto oltre che sostenibile anche salutare.
Sardegna: Fregola Con Arselle: le famose “briciole” a base di farina di semola della tradizione sarda si combinano perfettamente con le arselle, tipiche vongole veraci che è possibile trovare lungo le coste della regione. I carboidrati della fregola e le proteine delle arselle rendono questa ricetta regionale un perfetto piatto unico che i più golosi possono completare con un abbondante contorno di verdure. Una porzione di questo piatto contiene circa 402 calorie ed ha una sostenibilità ambientale molto alta: un’impronta idrica di 292 litri di acqua e 226 g di CO2equivalente.
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