Innovare il settore del turismo attraverso la gastronomia e la sostenibilità. È l’obiettivo del concorso “Gastronomy Tourism Startup Competition”, lanciato dall’UNWTO, agenzia delle Nazioni Unite, e dall’Istituto di alta formazione Basque Culinary Center, dedicato a progetti in grado di imprimere cambiamenti sul futuro dell’industria dell’agro-alimentare nel settore turistico e della ristorazione. Con una start up italiana tra le cinque finaliste del concorso internazionale, che premierà la migliore a Bruxelles a dicembre. È Eatour, start up che misura e certifica, attraverso la blockchain, l’impatto ambientale del food e aiuta ristoranti e aziende della filiera a migliorare le proprie performance ambientali per acquisire gli strumenti in grado di contribuire, attraverso i processi economici, alla lotta ai cambiamenti climatici, valore ormai imprescindibile per l’economia, la produzione e la reputazione delle aziende. La CO2 risparmiata grazie alle azioni di miglioramento è raccolta in un salvadanaio, e trasformata in “carbon Credit” per le aziende del turismo e della ristorazione, e in “Eatcoin” per tutti i consumatori, diventando una vera moneta spendibile per acquistare prodotti e servizi.
“I piatti della ristorazione italiana, interi menù, produzioni e trattamento degli scarti, sono tutti elementi della filiera che hanno una loro impronta ambientale - spiega il fondatore di Eatour Vincent Spaccapeli, che da anni si occupa di strategia aziendale e sostenibilità nell’industria turistica e alimentare - ed è arrivato il momento di misurarla e migliorarla, per conoscere meglio quanto e come impattiamo sull’ambiente mentre produciamo cibo e lo mangiamo, e come poter contribuire tutti alla sua salvaguardia. I consumi dei prodotti sostenibili - continua Spaccapeli - sono in crescita costante, e paradossalmente il Covid ha accelerato il bisogno di mangiare in modo più consapevole e prendere parte alla madre di tutte le battaglie, quella ai cambiamenti climatici. Le persone devono essere messe in condizione di sapere come poter agire, come poter misurare il loro contributo, perché li aiuta ad essere consapevoli e motivati a guardare avanti con fiducia e voglia di cambiare. Il nostro obiettivo - conclude il fondatore di Eatour - è quello di vedere sulle etichette di tutti i prodotti, insieme ai valori nutrizionali, anche i valori ambientali. Presto i consumatori vorranno acquistare i prodotti o scegliere il loro ristorante, non solo per quello che mangiano, ma per come le aziende scelgono di rapportarsi all’ambiente e quindi a tutti noi che ci viviamo. È una scelta di responsabilità a cui siamo chiamati e un’opportunità per far correre la nostra economia su un paradigma destinato a caratterizzare i prossimi decenni. Chi resta indietro sarà dimenticato dal mercato”.
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