Domani a Londra va in asta un pezzo di storia del vino d’Italia e del mondo: è il giorno di “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar”, l’asta con cui la più importante casa d’aste enoiche degli Stati Uniti, Zachy’s, ha deciso di debuttare in Europa, notizia riportata nei giorni scorsi in anteprima da WineNews e che poi ha fatto il giro del mondo.
Sotto il martelletto un catalogo di 864 lotti, per un totale di 2.500 bottiglie (sulle oltre 100.000 della cantina di Pinchiorri, ndr) - ed un valore, in termini di base d’asta, di 2 milioni di euro - che arrivano tutte dalla antologica cantina che Giorgio Pinchiorri ha costruito dal 1972 ad oggi, che insieme all’alta cucina con la regia della moglie Annie Feolde, ha fatto dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, tristellata michelin, una leggenda della ristorazione mondiale. Un’asta che, come ha spiegato lo stesso Giorgio Pinchiorri in una lettera aperta, non ha niente a che fare con la situazione legata alla pandemia: “il Covid di colpe ne ha tante, ma non diamogli quelle pochissime che non ha. Anche un astemio potrebbe immaginare che organizzare un’asta di vini come questa, tra le più importanti mai organizzate, richieda mesi e mesi solo per capire queli vini scegliere, quanti e a quanto. Ad inizio 2019 abbiamo pensato a due grandi eventi che potessero rimanere nella storia del vino e che potessero portare valore al nome dell’Enoteca, e quello che ha rappresentato e che rappresenta. Il Covid, almeno in questo caso, non c’entra nulla!” scrive Pinchiorri, che aggiunge: “continuo a fare quello che ho sempre fatto dal 1972, ovvero li compro (tanti) i vini, e li vendo... è la mia vita”.
Ed ora, dunque, un pezzo di vita di uno dei signori della ristorazione e dell’ospitatlità italiana (che nel 2018 è stato premiato come “miglior sommelier al mondo” dall’associazione “Les Grandes tables du monde”, che riunisce i migliori 188 ristoranti del mondo).In asta, ovviamente, tantissimi dei nomi più importanti del vino d’Italia e non solo: il top delle Langhe, a partire dalla bottiglie di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1978 (2.600-3.800 sterline), passando per le sei bottiglie di Barbaresco Sori San Lorenzo Gaja 2015 (1.200-1.700 sterline) e per le due magnum di Barolo Artist Label Bartolo Mascarello 1990 (1.700-2.600 sterline); i grandi Super Tuscan, come le 12 bottiglie di Solaia 2015 (1.900-3.000 sterline), la jeroboam di Tignanello 1978 (1.300-1.900 sterline), entrambi di Antinori, ma anche la 15 litri di Masseto 2014 (9.500-14.000 sterline); e ancora, tra i tanti lotti in asta, le 12 bottiglie di Sassicaia 2016 di Tenuta San Guido (1.400-2.200); per finire, a Montalcino, con le quattro bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1990 (1.400-2.000 sterline).
Ma i lotti italiani sono solo una parte, peraltro minoritaria, di un catalogo specchio di una cantina dai forti connotati francesi, in cui trovano spazio, dalla Borgogna, due magnum di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 (60.000-100.000 sterline), due bottiglie di Romanée-Conti Domaine de la Romanée-Conti 1990 (24.000-32.000) ed una magnum di Musigny Georges Roumier 1990 (20.000-30.000 sterline), da Bordeaux sei bottiglie di Pétrus 1961 (30.000-44.000 sterline), nove bottiglie di Mouton Rothschild 2000 (10.000-15.000 sterline) e sei bottiglie di Lafite Rothschild 1982 (7.500-12.000 sterline), e dalla Champagne due magnum di Krug Clos du Mesnil 1996 (6.500-10.000 sterline) e due bottiglie di Salon Blanc de Blancs Le Mesnil 1982 (1.500-2.200), per citare i lotti più “ricchi”.
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