60 ettari di terreni di cui 30 di vigneti immersi nella “Conca d’Oro”, la zona più pregiata del Chianti Classico a Greve in Chianti; vini di assoluta eccellenza, premiati dalla critica italiana ed internazionale, ed una storia lunghissima, che parte dalla proprietà dei monaci benedettini, nel 1400, ed è arrivata, fino ad oggi, a quella di Isa (Istituto Atesino di Sviluppo di Trento): è la intensa e curiosa storia di Basilica Cafaggio, una delle migliori realtà storiche del Gallo Nero, che dopo l’ultimo step del suo percorso recente, ovvero da quando nel 2014 è entrata sotto il controllo dell’Istituto Atesino di Sviluppo Spa - holding attiva da oltre 90 anni, con un bilancio 2019 che contava 153 milioni di euro in partecipazioni in diversi settori (tra cui quella al 22% nel Pastificio Felicetti, ndr) - per un nuovo passo di ulteriore sviluppo.
L’azienda, per volontà dei soci, ovvero la Isa e l’ad Marco Zanoni, è “sul mercato”, e sul tavolo, da quanto apprende WineNews, ci sarebbero già diverse offerte concrete di player importanti che vorrebbero portare sotto la propria egida una delle realtà più belle ed importante del Chianti Classico. Ad Alantra, (advisor focalizzato sul mercato delle medie imprese, con uffici in Europa, Usa, America Latina e Asia), è stato affidato l’incarico di individuare un soggetto in grado di valorizzare il percorso fatto negli ultimi cinque anni implementando ulteriormente la crescita della cantina.
Una decisione che arriva al termine del piano quinquennale di sviluppo prefissato, con i vini della tenuta nel cuore del Chianti Classico esportati in 25 Paesi del mondo. “Con Isa negli ultimi cinque anni abbiamo condotto un programma che ci ha permesso di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo preposti, raggiungendo degli ottimi risultati. A questo punto siamo concordemente convinti che questa azienda abbia tutti i presupposti per fare un ulteriore importante passo in avanti. In quest’ottica abbiamo preso la decisione di avviare un processo che consenta a Basilica Cafaggio di sviluppare nuovi ambiziosi programmi”, spiega, a WineNews, Marzo Zanoni. “Basilica Cafaggio ha dimostrato di saper produrre vino di altissima qualità ampliando progressivamente la propria clientela, grazie anche ad un’efficienza organizzativa che rappresenta un elemento chiave per crescere sui mercati internazionali”, commenta Giorgio Franceschi, amministratore delegato di Isa (Istituto Atesino di Sviluppo di Trento).
Una azienda storica, pronta a proiettarsi nel futuro, consapevole del suo grande passato. Le origini di Cafaggio hanno radici nel Medioevo, ma il primo documento che ne attesta la presenza è del 1408, come risulta da una preziosa pergamena conservata nell’archivio della cantina. Allora la tenuta si chiamava “Cahago”, che significa campo recintato. Un percorso che ha attraversato la storia e varie proprietà, quello di Cafaggio: dai monaci benedettini di Siena passò nelle mani di vari proprietari, tra i quali la nota famiglia fiorentina Niccolini. Sempre in età moderna la proprietà fu venduta all’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova ed i documenti attestano che già allora il podere produceva una grande varietà di generi alimentari, tra i quali vino ed olio. Si arriva così all’Ottocento, quando Cafaggio passò alla famiglia Boddi. Alla fine degli anni Sessanta la tenuta fu acquistata dalla famiglia Farkas, originariamente come casa di campagna, ma nel 1967 la proprietà era in uno stato di abbandono tale che i Farkas decisero non solo di restaurare le cantine, ma anche di reimpiantare vigne ed ulivi, per arrivare poi ad Isa (Istituto Atesino di Sviluppo di Trento).
Le etichette della Basilica Cafaggio sono apprezzatissimi in tutto il mondo: il suo Chianti Classico, nel 2014, per esempio, è stato l’unico rosso servito alla Cena di Gala dei Premi Nobel.
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